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FOCUS – Ecco il girone del Napoli: dalle vittime dei Red Devils al “Salone dei rifiutati”

L’urna di Montecarlo si è espressa, il Napoli conosce le sue avversarie nel girone di Europa League. I sorteggi sorridono agli azzurri, che non vengono pescati con squadre proibitive, ma guai a sottovalutare le avversarie. Ognuna di loro ha una motivazione in più, e non basteranno accorgimenti tattici per vincere.
CLUB BRUGGE – Quel maledetto United. Mai espressione fu più indovinata per un collettivo che, dopo aver sognato la qualificazione in Champions fino all’ultimo tramite i preliminari, si è vista letteralmente spazzare via i propri sogni dall’armata Van Gaal: dopo il 3-1 subito in Inghilterra filtrava lieve ottimismo, ma i belgi si perdono sul più bello, sfornando una pessima prestazione nella gara di ritorno, incassando un pesante 0-4 e rischiando il pokerissimo, se si considera il rigore sbagliato dal Chicharito Hernandez. Neanche in patria gli uomini di Michael Proud’Homme hanno ottenuto risultati lusinghieri, dal momento che occupano il sesto posto in graduatoria con sette punti conquistati in cinque gare.

Non sono comunque da sottovalutare, dal momento che nella scorsa stagione hanno sfiorato il double, grazie alla conquista della Coppa nazionale ed al secondo posto ottenuto in campionato, vinto poi dal Genk. Alla recente partenza del bomber Tom De Sutter la dirigenza belga ha affidato il peso dell’attacco ad un promettente maliano classe ’91, Abdoulay Diaby, nuovo numero 10 della squadra, prelevato dal Lilla. Modulo ultraoffensivo quello di Preud’homme che, grazie al 4-1-3-2, può contare sulla fantasia di Victor Vazquez e la vena realizzativa del laterale Tuur Dierckx, autore di tre reti ad inizio stagione. Per un breve periodo il Brugge è stato anche legato al calciomercato Napoli, in quanto a gennaio nei radar azzurri finì Thomas Meunier, terzino belga classe ’91, di proprietà dei belgi. Una squadra molto giovane (età media 23 anni) per tentare la riscossa, dopo il mediocre inizio e l’anatema Red Devils.
LEGIA VARSAVIA – Parliamo di uno dei club più titolati in Polonia: il Legia Varsavia è detentore di 10 campionati polacchi, 17 coppe di Polonia e 4 Supercoppe, ma nessun trofeo internazionale. L’Europa è terreno critico, in quanto l’anno scorso il Legia ha subito eliminazione ai trentaduesimi di Europa League dall’Ajax e, in quasi cento anni di storia, i piazzamenti maggiori sono state due semifinali in Champions e Coppa delle Coppe. La società polacca disputa le partite casalinghe nello stadio “Pepsi Arena”, ricostruito nel 2008, con 31.000 posti a disposizione.

Mister Hanning Berg predilige un tradizionale 4-4-2, che gli permette di esaltare le qualità di due pedine in particolare: il centrocampista Duda, che l’anno scorso fu accostato anche al Napoli, e la prima punta Nemanja Nikolicts già a segno 7 volte in 6 presenze. Anche il cammino in campionato della squadra bianconera è da considerarsi positivo, dal momento che occupano il terzo posto con dieci punti conquistati nelle prime sei gare, alle spalle di Cracovia e Piast. Il valore della rosa, stimato intorno ai 23 milioni, rapportato ai risultati ottenuti per ora in patria, fanno del Legia Varsavia un avversario da non prendere sotto gamba.
MIDTJYLLAND – Siamo nel recente 1999. Due società sportive a quel tempo rivali, Ikast Fc ed Herding Fremad, si fondono e danno vita ad una squadra nuova, con una sua personalissima idea di fare calcio. Ad un anno dalla fondazione i danesi, dopo aver ottenuto più punti di qualsiasi squadra nella storia della prima divisione, approdano in massima serie, vincendo il campionato quindici anni dopo. I numeri ottenuti la scorsa stagione sono realmente notevoli: 71 punti in 33 match, quattro in più del Copenaghen secondo in classifica, 64 reti fatte e 34 subite. Il segreto sono gli schemi da palla inattiva, infatti la maggior parte delle segnature arrivano da palle ferme, grazie a schemi studiati partita dopo partita.

Prima si faceva riferimento ad una personalissima idea di fare calcio: il Midtjelland si presenta come un “Salon des refusès” in chiave calcistica, in quanto gran parte della rosa è costituita da giocatori “scartati” dalle grandi società e scelti in base alle loro prestazioni passate. La rete di Rasmussen nella gara di ritorno contro il Southampton nel preliminare regala un sogno, consente ai danesi di respirare, per la prima volta, aria d’Europa. Non interessi ma romanticismo ed occhio attento, questo è il Midtjyelland, pronto a pescare sempre l’occasione giusta. Occasione che si cela dietro il calciatore che non ti aspetti, non forte ma desideroso di riscatto.

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