Sarri, mentalità italiana sulla base di lavoro di Rafa Benitez

Da Rafa Benitez a Maurizio Sarri, quante cose sono cambiate in casa Napoli. Alla stampa ed ai tifosi non è permesso entrare, eppure i primi segni del cambiamento già trapelano da Castel Volturno. E’ cambiata, analizzando le parole del ds Giuntoli ed il primo allenamento dell’ex tecnico dell’Empoli innanzitutto la mentalità. Lo ricordate il mercato dell’anno scorso? Tre mesi alla ricerca di un centrocampista adatto al 4-2-3-1 di Rafa Benitez. Un centrocampista che alla fine non è arrivato, ed i risultati si sono visti: centrocampo debole, incapace di costruire e soprattutto di aiutare la fase difensiva con tanti calciatori che con quel modo di giocare facevano fatica. Ma Rafa Benitez giocava così, lo si sapeva dall’inizio. O lo si accontentava, oppure meglio cambiare strada.

E’ quello che avrà pensato anche Aurelio De Laurentiis che dopo aver tentato Emery e alla fine ha preferito Sarri. Tanti i meriti del tecnico toscano che dopo una gavetta faticosa ma che da comunque lustro al suo curriculum giunge finalmente in una grande piazza. Ma forse Sarri ha una virtù decisiva: è un allenatore. Basta manager all’inglese che vogliono determinati calciatori per fare il loro determinato modulo.

Si torna ai ruoli “all’italiana”: il ds fa il mercato e l’allenatore allena. Consultandosi, certo, ma senza che le due figure si sovrappongano. E così dopo che per un mese la stampa si è dilettata a pensare come si potesse schierare il Napoli con il 4-3-1-2 che Sarri ha proposto ad Empoli, si è scoperto che il tecnico dalle origini bagnolesi, vista la rosa a disposizione ha varato la strada del 4-3-3. Il modulo che per due anni mezza Napoli aveva chiesto di sperimentare a Rafa Benitez. Ed anche la trattativa che porta a Perotti indica questa strada: il rossoblù sembra aver scavalcato Saponara nelle preferenze. L’argentino è un esterno d’attacco che può far bene anche il trequartista. Insomma può inserirsi bene nel 4-3-3 alternandosi con i vari Mertens, InsigneCallejon ma può dare la possibilità a Sarri eventualmente anche di cambiare e giocare con il trequartista e le due punte, come ha dimostrato di saper fare bene ad Empoli. Lo ha scritto anche il Corriere dello Sport oggi in prima pagina:“è finita l’era degli integralismi“. Una lezione a Benitez? Forse piuttosto due modi diversi d’intendere il ruolo di allenatore, senza dover per forza scegliere tra l’uno e l’altro.

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