De Laurentiis dice stop all’internazionalizzazione, si ritorna in Italia!

Ha proclamato più volte la sua voglia di vedere un Napoli sulla cresta dell’onda alla pari delle altre big europee, con una moltitudine di culture e pensieri sportivi differenti. Aveva iniziato questo progetto con Benitez e il suo staff spagnolo, condito dall’arrivo in città di numerosi stranieri, provenienti da disparate squadre, pensando così che il suo club avrebbe avuto un’importanza altisonante anche al di là delle Alpi.

Sono stati per Aurelio De Laurentiis due anni intensi e ricchi di novità, positive e negative, ma probabilmente questa forma di “estensione”, non ha prodotto i risultati sperati, ma anzi ha fatto sì che ci fosse un ritorno alle origini.

Una delle parole che fa più paura al mondo è cambiamento, si perde ciò che si ha e non si ha la sicurezza di ciò che si avrà, ma talvolta appare inevitabile e così è stato per il Napoli. Via il fidato Bigon, il quale dopo sei anni di azzurro, ha deciso di tornare a “casa”, a Verona; via Benitez, anch’egli ritornato a Madrid, sua terra natale.

Evidentemente il patron ha avuto in questo periodo nostalgia dell’Italia, la nuova coppia Sarri-Giuntoli per rifondare dunque l’azzurro. Entrambi sono stati uomini rivelazione, da una parte il mister (chiamato anche 33 moduli) che ha saputo dare un gioco e un’anima all’Empoli, regalando agli amanti del calcio vere e proprie perle tattiche, le quali hanno messo in difficoltà anche le più grandi, famoso per gli schemi sui calci piazzati.

Il DS ex Carpi, definito anche l’uomo “dei miracoli”, per essere riuscito con poche migliaia di euro a fare una squadra da primato in serie B, pronta dunque ad affrontare la A con tanti giovani scovati tra i campi minori. Un vero e proprio intenditore.

Insomma, movimenti patriottici in casa Napoli, un esperimento che potrebbe fare tanto bene ma altrettanto male, considerando che le realtà con cui hanno convissuto precedentemente sono tanto diverse da quella partenopea. Parole chiavi: fiducia e pazienza, i tifosi dovranno abbracciare questo nuovo progetto e navigare insieme, come direbbe Rafa “Spalla a spalla”. Per il momento, dunque, addio internazionalizzazione e bentornato vecchio gioco all’italiana.

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