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Nella serata più importante traditi dagli uomini migliori

Si aspettava sicuramente un altro esito quando dall’urna di Nyon il Napoli si ritrovò il Dnipro. Sulla carta la sfida più semplice viste le differenze tecniche e di fatturato dei due club, considerando che il solo Hìguain valeva mezza squadra ucraina.

Questa sera, però, non è stato l’arbitro a tradire gli azzurri ma i suoi uomini migliori che non hanno saputo incidere, ed anzi sono apparsi sottotono e con un animo arrogante e quasi irritante. Partendo dal Pipita il quale avrebbe dovuto dimostrare di essere un campione e trascinarsi i compagni, data l’assenza del capitano Hamsik relegato in panchina ed invece spocchioso e clamorosamente impreciso in tutti i passaggi. Si porterà sulla coscienza, comunque, quel gol sprecato a tu per tu con il portiere avversario.

Benitez, re di coppe, ha toppato clamorosamente, lui che con la sua esperienza avrebbe dovuto caricare i ragazzi e far vivere loro la gara con un approccio differente da quello visto. Un’amarezza che, dopo quella di Bilbao, non conosce limiti. Una stagione con troppe ferite aperte che difficilmente riusciranno a rimarginarsi. Una semifinale arrivata dopo 26 anni la quale le vecchie e nuove generazioni hanno sempre sognato. Tutto in frantumi, il castello che sembrava fatto di cemento improvvisamente si è trasformato di cristallo, che alla prima botta non ha fatto altro che rompersi.

Un’occasione che probabilmente non si rivedrà presto, ci sono treni che per alcuni non passano sempre e una volta perso, è difficile trovarne un altro che ti porti nella direzione giusta.

Napoli, quando vuoi crescere? Puntualmente quando c’è da fare il famoso salto di qualità, si cade su di una buccia di banana. Se nemmeno Rafa è riuscito ad imprimere una mentalità vincente, allora sarà difficile trovare qualcuno meglio di lui e che sappia inculcarla ad una squadra che aveva tutto da guadagnare con questa finale.

Provare a cercare i motivi di una sconfitta così dolorosa è inutile, la verità non è mai univoca, ma una cosa è certa: chi non si sente pronto per una piazza così esigente, può fare le valigie ed andare via. I napoletani hanno sopportato l’addio di Maradona, niente e nessuno quindi potrà più scalfire il loro cuore.

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