Il giorno dopo il pareggio con l’Inter si è pensato solo ed esclusivamente ad analizzare i numeri di una squadra che ha perso più volte l’occasione di avvicinarsi alla Roma. Sono state mostrate tabelle delle occasioni sprecate, Rafa Benitez è stato messo in croce nonostante il Napoli avesse dominato per 70 minuti gli avversari tirando la bellezza di dieci volte nello specchio della porta. Tutto giusto, per amor del cielo. Farsi raggiungere dai nerazzurri in quel modo è statro troppo deludente ed è per questo che le critiche si sono sprecate. Di quella partita, però, si è dimenticato che due campioni hanno fatto la differenza. Finalmente il fattore H ha fatto nuovamente la differenza. Hamsik e Higuaìn sono stati la vera forza offensiva assieme a Mertens ed entrambi avevano segnato.
I DUE TENORI. Le performance di Marekiaro e del Pipita andavano sfruttate meglio. Si aspettava con ansia il ritorno vero del capitano e una volta che si era espresso a grandi livelli tutto è stato sprecato. L’argentino, poi, si era sbloccato alla grande dopo un periodaccio nel mese di febbraio ma la sua perla è servita solo in quel momento per far godere i 45mila spettatori presenti al San Paolo. Sì perché poi è stato sprecato tutto con venti minuti giocati malissimo e con tanto timore.
DIFESA DEBOLE. C’è chi costruisce e chi distrugge. Per amor del cielo, nessuno vuole buttare la croce sul reparto arretrato del Napoli ma non si può neanche fare finta di non vedere gli errori che si commettono sistematicamente. Va bene che quando si perde si perde tutti insieme ma se l’attacco fa la sua parte e poi chi sta dietro non riesce a blindare i vantaggi, qualcosa bisogna pur fare. Contro l’Inter si dovevano segnare almeno cinque reti. Nella ripresa ne sono state realizzate due senza dare scampo ad Handanovic. A quel punto una grande squadra gestisce il risultato ed evita qualsiasi pericolo dalle parti di Andujar. Nulla di tutto questo. Nella testa dei difensori è scattato qualcosa e i meneghini ne hanno approfittato di accorciare prima le distanze con Palacio e poi di pareggiare con Icardi su calcio di rigore. Un team che vuole arrivare a certi livelli non può subire 33 reti in ventisei partite. La Juve, infatti, ne ha incassati solo 14 mentre la Roma 19. La Fiorentina, che è lontana quattro lunghezze, si è arreso 28 volte come la Sampdoria. La Lazio che ha raggiunto gli azzurri è a quota 27. Le cifre non mentono, dunque, e quindi le difficoltà ci sono e si rispecchiano di conseguenza sui risultati. Certo, si può dire che se gli attaccanti fossero più precisi si potrebbe anche vivere di rendita ma non si può pensare di segnare ogni domenica sei gol. Altrimenti sarebbe il festival delle reti e, tranne in qualche partita di campionati esteri, non è che se ne vedono di goleade.
SERVE SUBITO RIALIZARSI. È indubbio che la media vincente di gennaio si è abbassata incredibilmente. Il Napoli era riuscito a racimolare tanti punti nei confronti della Roma ma ogni qualvolta che avrebbe dovuto fare il definitivo salto in avanti si è fermato. L’ha fatto a Palermo, si è ripetuto con il Torino ed, invece, ha regalato il pareggio all’Inter. Una grande squadra avrebbe incassato nove punti ed, invece, ne è arrivato un solo. Garcia e compagni hanno ringraziato rimanendo a +4 e anche la Lazio ha apprezzato il dono visto che ha raggiunto i partenopei in terza posizione. Di peggio non si poteva fare eppure è ancora tutto in gioco. La Champions diretta è dietro l’angolo, basterà soltanto riprendere a vincere con entusiasmo e convinzione. Le qualità per farlo ci sono altrimenti non si giocherebbero settanta minuti ai livelli visti contro l’Inter domenica sera. Bisogna tenere botta fino alla fine cercando di ricacciare dietro una Lazio che ad oggi è favorita poiché non ha gare infrasettimanali se non quella dell’8 aprile in Coppa Italia proprio contro il Napoli. Bisogna fidarsi di Benitez e dei suoi ragazzi per un prosieguo di stagione che può nascondere altre insidie ma può anche far ritrovare la bussola ad un gruppo che ha ancora fame di vittorie. Adesso che, poi, è tornato a funzionare anche il fattore H le possibilità di riprendere la Roma sono tante. Senza dimenticare che ci sono in palio i quarti dell’Europa League e la finale di Coppa Italia. Quindi, è inutile abbattersi, serve la grinta per poter essere ancora una volta vincenti in tutte le competizioni che sono rimaste da giocare.