È stato l’anno della Germania campione del Mondo e del Real Madrid campione d’Europa. Grazie a interpreti magnifici e a due allenatori, Löw e Ancelotti, che hanno trovato la perfezione estetica nella massima concretezza. Il nostro manager dell’anno, però, è Diego Pablo Simeone, che ha raccolto i migliori risultati con la rosa meno qualitativa. Facendo la fortuna dei suoi giocatori, che hanno migliorato la bacheca e il conto in banca, dei tifosi e dei dirigenti dell’Atletico, che hanno ceduto a prezzi esorbitanti le loro stelle. Ecco, ruolo per ruolo, la nostra Top 11 dell’anno solare, schierata con il 4-3-3 che sta esaltando il Grande Real. Una squadra equilibrata, con un senso tattico preciso e scelte difficili. La più dolorosa? L’esclusione di Thomas Müller, al quale abbiamo preferito Di Maria e James a centrocampo e Messi davanti. Ubi maior…
Portiere: Manuel NEUER (Ger, Bayern) – Dopo il Falso Nueve, Pep Guardiola ha creato il Falsche Eins: il portiere che gioca più fuori che dentro l’area e para poco ma imposta, dribbla, accorcia sugli attaccanti avversari e li invita a un pressing sfiancante quanto inutile. La sua interpretazione rivoluzionaria del ruolo supera anche quella più tradizionale del Drago Courtois, fantastico protagonista dell’annata dell’Atletico Madrid.
Terzino destro: PHILIPP LAHM (Ger, Bayern) – Un altro calciatore mutante. Regista largo come i terzini brasiliani degli anni 80-90 e poi anche centrocampista. Con l’umiltà dei grandi ha chiuso la carriera internazionale dopo aver vinto il Mondiale. L’infortunio-beffa in allenamento col club proprio durante una sosta per le Nazionali non gli ha tolto il trono del ruolo, conquistato nonostante la fiera rincorsa dell’argentino del City Pablo Zabaleta, ora al top della carriera.
Difensore centrale: Javier MASCHERANO (Arg, Barcellona) – PacMan, il ragazzino che debuttò prima con l’Argentinache con il River, è diventato grande. Conquista ancora palloni a centrocampo ma gioca anche in difesa con la stessa scioltezza. Dopo il suo miracoloso salvataggio suRobben nella semifinale mondiale, #maschefacts è diventato uno dei trend più cool dell’anno.
Difensore centrale: Diego GODIN (Uru, Atletico Madrid) –Gol nella “finale” della Liga e della Champions e contro l’Italia ai Mondiali. Ma non è solo da questi particolari che si giudica un difensore. Prodigioso per continuità e ferocia, giocatore simbolo del Cholismo e della garra uruguaiana.
Terzino sinistro: David ALABA (Aut, Bayern) – Il trasformista di Guardiola: terzino, difensore centrale, interno di centrocampo, ala aggiunta. A 17 anni ha debuttato in Champions, a 20 l’ha conquistata. Il recupero dal grave infortunio sarà fondamentale per il volatone finale del Bayern.
Mezzala destra: JAMES RODRIGUEZ (Col, Monaco/Real Madrid) – La rivelazione del Mondiale. Ma non per noi, che l’avevamo inserito tra i migliori 20 giocatori dell’anno già nel 2012. Nel calcio nulla si inventa e nulla si distrugge, e allora ecco un ruolo che sembrava dimenticato tornare in un’interpretazione ultramoderna. Ancelotti ha avuto l’idea geniale di arretrarlo un po’ come fece con Pirlo, lui il merito di adattarsi per esplodere definitivamente.
Centrocampista centrale: Toni KROOS (Ger, Bayern/Real Madrid) – La doppia anima delle due grandi squadre dell’anno. Fotonico nel 7-1 delMaracanà, incredibile per la velocità con cui si è inserito al Real e ha sostituito il (quasi) indispensabile Xabi Alonso.
Mezzala sinistra: Angel DI MARIA (Arg, Real/Man. United) – Da Rosario a Old Trafford, ne ha fatta di strada il Diablito. E quanti chilometri ha corso nel suo 2014, senza perdere mai la qualità e l’efficacia. Il migliore del Real nella finale di Champions, il trascinatore del nuovo Manchester United e dell’Argentina ai Mondiali, fino all’infortunio nei quarti. Con lui in campo in finale, forse, sarebbe andata diversamente.
Attaccante esterno: Arjen ROBBEN (Hol, Bayern) – 25 gol nell’anno solare, con alcune prestazioni memorabili in partite storiche: nel 7-1 del Bayern aRoma e nel 5-1 dell’Olanda alla Spagna (doppietta). Sportivo olandese dell’anno, premio che dal 1987 non veniva assegnato a un calciatore.
Centravanti: Lionel MESSI (Arg, Barcellona) – Un anno in crescendo: dalle difficoltà iniziali con prestazioni pessime nei quarti di Champions ai lampi di inizio Mondiale fino al nuovo inizio col Barça di Luis Enrique. Ha respinto l’assalto del connazionale Agüero per un posto nella Top 11 con un finale mostruoso e i record di gol del club, dellaLiga e della Champions League.
Attaccante esterno: CRISTIANO RONALDO (Por, Real Madrid) – Last but not least, l’uomo che non deve riposare mai. Famelico di gol e primati, entusiasmante per la sua volontà di migliorarsi ogni giorno. Più di 30 gol in questo avvio di stagione, più di 60 tra club e nazionale nell’anno solare. Pallone d’Oro annunciato e strameritato.
Fonte: Sportmediaset