Trabzonspor, più difficile a dirlo che a batterlo o almeno così dovrebbe essere.
Nonostante la città non ha la stessa potenza della capitale Instabul, conta quasi 13 milioni di sostenitori, non pochi dato che un quarto della popolazione ha altra fede calcistica e la società si è formata solo nel 1967, giovanissima. Insomma, come se i tifosi di mezza serie A si riunissero a tifare per un unico club.
Attualmente la squadra turca che il Napoli dovrà affrontare si trova all’ottavo posto, in una situazione tutt’altro che facile come quella azzurra. Ma paragonando le due squadre, si noterà da subito il livello tecnico differente ma, spesso, nel calcio contano anche altre fattori, cuore e cattiveria agonistica in primis.
Il 19 febbraio gli uomini di Benitez dovranno andare in Turchia, precisamente a Trebisonda, per ricominciare il cammino europeo dopo aver conquistato i sedicesimi. La dea bendata è stata benevola ma scopriamo un po’ le curiosità di questo club dal nome impronunciabile.
Il Trabzonspor è prima di tutto l’unica società turca ad aver vinto lo scudetto sia con la squadra maschile sia con quella di calcio femminile, dunque il blasone non gli manca, anche perché può vantare il record di essere stato il primo club al di fuori delle tre grandi di Istanbul a vincere il titolo nazionale, il primo dei quali fu conquistato da neopromossa. Il palmares è composto da: 7 campionati, 8 coppe di Turchia, 8 Supercoppe, 5 coppe del cancelliere.
Sono tante le italiane che negli ultimi anni hanno affrontato il Trabzonspor, dall’Inter in Champions alla Lazio, passando per la Juve, la quale lo scorso anno ha battuto sia in casa che in trasferta i turchi in Europa League.
Anche la storia e il calcio si intrecciano perfettamente. Un episodio in particolare enfatizza l’amore dei tifosi per la cultura locale, infatti al 61esimo minuto di ogni match casalingo, lo stadio inizia ad infiammarsi: petardi, fumogeni iniziano a colorare tutto l’ambiente, a voler simboleggiare il fuoco, aiutati anche da infiniti rotoli di carta igienica per rendere il tutto ancora più folcloristico (la fantasia di certo non gli manca).
Questo spettacolo sugli spalti si tiene per rimembrare un avvenimento accaduto circa 500 anni prima: nell’Impero di Trebisonda, infatti, la cultura bizantina era imperniata profondamente ma a seguito della quarta crociata erano caduti sotto i Turchi Ottomani. Attraverso Maometto II, che voleva conquistarla a tutti i costi, la città si arrese al suo potere. Con questo gesto i tifosi vollero così ricordare quell’evento.
Una squadra dunque che ha molto da raccontare e nonostante il blasone non sia come quello delle grandi europee, non deve essere sottovalutata.
Il Napoli affronterà quindi la seconda squadra turca dall’era Benitez, dopo l’amichevole vinta al San Paolo contro il Galatasaray.