Vi proponiamo un articolo de ‘Il Roma’ sul match di San Siro di ieri sera.
Questa volta sì un Napoli da fischi e da schiaffi, completamente insufficiente per il match di San Siro col Milan (0-2) che valeva la riconquista del terzo posto. Poca cosa il Milan, ma tanta volontà, aggressività, compattezza di squadra e tre giocatori su tutti a fare la differenza, Rami in difesa (fino all’infortunio), Menez che da solo spaventa l’intera difesa azzurra dopo avere segnato in apertura, Bonaventura il gioiellino che il Milan ha pescato dall’Atalanta e che ha grande tecnica ed è andato al raddoppio con una facilità irrisoria. Napoli battuto con un gol per tempo. Tardando ad entrare in partita, becca la prima rete dopo sei minuti. Cercando di darsi una svegliata nella ripresa, subisce il raddoppio. Due a zero con la solita, tardiva pressione nel finale quando Benitez aggiusta la squadra. Napoli senza spina dorsale. Inesistente il centrocampo, un flop totale di Jorginho e David Lopez. Così il Milan, agguantato subito il vantaggio, può gestire il match con ordine e attenzione. Higuain nervoso. De Guzman fa rimpiangere anche il più mediocre degli Hamsik.
Callejon tenta di cucire la manovra, ma è solo gran lavoro, mai una giocata vincente. Il più vivace è Mertens, ma non basta. Benitez sfodera un improvviso 4-4-1-1 abbassando gli esterni offensivi e portando De Guzman a ridosso di Higuain. Non funziona nulla. Tanto valeva azzardare in partenza la squadra del finale (4-4-2) quando Zapata farà la prima punta (fuori Mertens) e se ne avvantaggiava Higuain, il centrocampo diventava più solido con Gargano (subentrato a De Guzman) e Hamsik (per Jorginho) era almeno più mobile tra le linee. Formazione sbagliata in partenza, ma anche rendimento mediocre di tutti. Una squadra senza bandiera e trascinatori (Higuain non ha risposto all’appello di Benitez), lenta, senz’anima, poco reattiva, poco movimento. La peggiore partita della stagione e una brutta mazzata per la classifica. Con sei giocatori riposati rispetto alla gara con lo Slovan, più Rafael, non c’erano problemi di stanchezza. Ma il Napoli si infila subito in un match inconcludente. Si ritira nella sua metà campo e dà agio al Milan di prendere coraggio e iniziativa. Jorginho è debole nella marcatura di Bonaventura che va via anche ad Albiol per l’imbucata a Menez che brucia sullo scatto Koulibaly e mette dentro (6’). Non è la fine del mondo perché c’è ancora tutta una partita da giocare. Ma il Napoli tarda ad entrare in gara. Dopo un quarto d’ora il Milan cala e si fa prudente, ma gli azzurri non ne approfittano perché non c’è nessuno che crea gioco e solo Mertens si danna per sfondare. Due tiri consecutivi di David Lopez e Callejon sono respinti da Diego Lopez (22’) ed è la minaccia massima del Napoli alla porta milanista, mentre un insidioso diagonale di Poli attraversa tutta la porta azzurra e si perde lontano (33’). Il Napoli è macchinoso, lento. Soffre sulla sinistra dove si inseriscono Bonera e Honda, è in allarme a destra per le giocate di Bonaventura. Al centro Menez non dà punti di riferimento, svaria, rientra, accelera. L’unico vero pericolo per la porta milanista è il quasi-autogol di Mexes su una conclusione di Higuain (42’ è solo corner). E’ un altro Napoli nella ripresa. Ora prende il pallino del gioco, ora spinge per il pareggio, ma viene annientato una seconda volta. Armero (l’ex) va via a Callejon, non trova Mesto sulla fascia e può crossare per Bonaventura che tutto solo, fra Albiol e Koulibaly troppo larghi, infila di testa (52’). Il Milan potrebbe segnare ancora quando Menez lancia in gol Pioli che, davanti a Rafael, si allunga troppo la palla che si perde sul fondo (56’). Non si sta sicuri in difesa, si combina poco in avanti. I tocchetti di Jorginho non creano nulla. Si vede David Lopez inserirsi raramente con efficacia. Benitez, allora, comincia a ritoccare la squadra. Dentro Hamsik per Jorginho (60’). Non succede nulla. Anzi Menez disfa l’intera difesa napoletana, ma la sua conclusione è deviata in corner (62’). E’ un altro Napoli col 4-4-2 quando Zapata sostituisce Mertens (72’ e forse il belga non meritava di uscire) e poi Gargano rileva De Guzman (76’). Sono i venti minuti finali in cui il Napoli comincia a giocare ed è tutto teso a recuperare il risultato. Hamsik è più “vivo” di Jorginho (ma Pioli lo marca a uomo, contenendone le giocate), Gargano copre bene il centrocampo e cerca di impostare anche la manovra offensiva, Zapata da prima punta dà respiro e spazio a Higuain. Ma il Milan si chiude bene, affolla gli ultimi trenta metri, resiste. Nella confusione, secondo autogol sfiorato dai rossoneri con De Jong su una penetrazione di Duvan Zapata (73’). Ed è il colombiano il più pericoloso, un rimorso non averlo scaraventato in campo dall’inizio. La pressione azzurra frutta un miglior possesso-palla e un numero maggiore di conclusioni (alla fine 13 tiri azzurri, sette nello specchio della porta), ma l’unico vero tiro, l’unico “fulmine” di Higuain, trova pronto Diego Lopez alla parata in volo (86’). Occasione buttata al vento per riportarsi in terza posizione contro un Milan che ha fatto solo una onesta partita. Terza sconfitta, seconda fuori casa, interrotta la serie positiva delle undici partite. Il Milan aveva vinto una sola gara negli ultimi tre turni! Giovedì l’anticipo col Parma al San Paolo. Anticiperà anche la Juventus in vista della Supercoppa italiana a Doha, Qatar, di lunedì 22 che concluderà l’annata. Con questo Napoli, altro che Supercoppa. La squadra di Benitez non c’è più.