Senza voglia né motivazioni: le classiche prestazioni da squadre che lottano per la salvezza e, una volta conquistati i 40 punti, scendono in campo solo perché obbligate.
Peccato che si parli in questo caso del Napoli, che dovrebbe possedere altri obiettivi dato che è in piena corsa per diverse competizioni, con campioni e tante altre partite davanti.
No, così non va. “Al di là del risultato” c’è scritto nella “bibbia” dei tifosi ma una sconfitta bisogna sudarsela, lottare fino alla fine onorando la maglia che si indossa. Così non è più da molto tempo. Non si vince in campionato da oltre un mese e arrivare a dicembre al settimo posto, è un tonfo al cuore per chi di questi colori vive.
Stasera una fetta di Meazza si era tinta di azzurro, circa 2000 i tifosi presenti per sostentere gli uomini di Benitez ma, purtroppo, l’affetto e la riconoscenza non sono state ricambiate.
Dopo cinque minuti di gioco, infatti, l’ennesimo errore, pardon, orrore difensivo ha portato in vantaggio la squadra di casa, così quanto meno ci si aspettava una reazione tempestiva, dettata dal cuore e dall’anima, da sempre colonne portanti del Napoli. Pochi sprazzi positivi e poi di nuovo giù, fiacchi e con la testa nello spogliatoio.
Stanchi probabilmente è il termine più giusto per definire lo status dei tifosi. Da quando De Laurentiis ha acquistato la società e rimesso in piedi un pezzettino alla volta la squadra, non si era mai verificata una situazione così negativa.
Colpa di un mercato estivo mai fatto, di una Champions persa o mancanza di un vero leader dopo l’addio di Reina? Forse tutte queste cose insieme hanno portato a ritrovarsi senza valide motivazioni per dare il massimo. L’anno della consacrazione è diventato quello dello sconforto.
Male, malissimo. Ora Benitez dovrà intervenire in primis per non perdere la cosa che dà vita ad una squadra: i tifosi. Rispetto, solo questo. Il resto è noia, come questo Napoli.
