Il capitano, l’idolo di grandi e piccini, il faro che illumina la squadra e la trascina verso l’alto.
A Napoli, dopo Cannavaro, c’era già un “predestinato”: Marek Hamsik, lo slovacco con il cuore partenopeo. Amato da subito per la classe sopraffina, i movimenti da “lord” e la grinta che lo contraddistingueva. Il “re con la cresta” lo chiamano qui perché, probabilmente solo Maradona e forse il Pocho sono stati acclamati di più. Mai una parola fuori ordine, un calciatore perfetto per ogni allenatore, insomma l’aspetto un po’ “punk” in realtà rivela un uomo ormai con valori e sentimenti rari in questo calcio dove a vincere, di solito, è il dio denaro.
Ha abbracciato e sposato questo progetto, costruito qui la propria famiglia; disse che da Napoli sarebbe andato via solo se lo avessero cacciato poiché questa era casa sua. In otto anni ha avuto tanti momenti di gloria ma anche qualche défaillance.
Il primo infortunio serio l’ha subito solo l’anno scorso, a 26 anni, il quale l’ha tenuto fuori per più di tre mesi. Mai successo e probabilmente ha inciso molto sull’andamento successivo e sul piano psicologico. Emotivamente si fa condizionare dalle situazioni, non è un cuore duro, e la paura di poter ricadere in questa botta, lo ha trasformato in un Marek totalmente differente da quello che aveva fatto conoscere. Non è riuscito più, dopo i sei goal nelle prime 12 partite, a dare il meglio di sé. Per la prima volta domenica scorsa, dopo l’ennesima prestazione non ai suoi livelli, è stato fischiato dal suo pubblico. Mai successo prima, la fiducia e la riconoscenza nel capitano erano l’arma in più che spingeva Marek a restare qui. Un legame indissolubile macchiato da questo evento. Rafa Benitez quei mugugni li ha ascoltati e a malincuore accettati. In conferenza ha sottolineato quanto sia importante per questo Napoli avere un capitano così forte e che il suo primo obiettivo sarà recuperarlo dal punto di vista fisico ma soprattutto mentale. Stasera scenderanno in campo Hamsik ed undici giocatori. La cresta è abbassata ormai da troppo tempo, deve tornare a splendere nel cielo di Napoli. A sostenere la maglia saranno pochissimi essendo stati venduti solo 5.000 tagliandi ma i fortunati che andranno al San Paolo vorranno vedere un’altra faccia dello slovacco, magari sarà lui a marcare il cartellino come all’andata.
Il patrimonio azzurro ha bisogno di sostegno e fiducia, ritornare ai vecchi splendori con l’aiuto di tutti. Insieme si può vincere. Il recupero di Marek è appena all’inizio, mollare adesso sarebbe deleterio. |