La storia di Callejon: “Non sono un bomber, ma i gol mi hanno fatto andare in nazionale. Su Mou e Benitez poi…”

“José Maria… Selección!” cantano i tifosi della Roja, entusiasti del loro Callejon. Finalmente, in Nazionale. Intervistato in esclusiva a “El Pais”, l’attaccante del Napoli si è soffermato sul suo momento, bellissimo. A ritmo di gol. “A dire il vero non ho mai vissuto e non vivo per il gol. Vivo più per il lavoro e per lo sforzo. Ho lavorato molto per essere qui, arrivare fino a qui mi è costato molto sforzo e sacrificio. Sono migliorato sotto l’aspetto del golRafa mi ha sempre detto di essere più egoista sotto porta – e se sono qui è molto merito anche di questo”.

Capocannoniere della A, e non è mica così semplice… “Si, segnare in Italia è più difficile che in Spagna. Soprattutto per il tipo di gioco. Tatticamente il gioco è ad un livello alto, le difese si chiudono molto, è difficile trovare spazi. Il calcio italiano è più difensivo, meno aperto di quello spagnolo. Nel Napoli è differente. Benitez non è affatto così, gli piace avere possesso palla e attacca. Siamo i più offensivi del campionato. Il mister ha una filosofia chiara e trasmette l’idea di giocare già dalla propria area”. E quell’addio dal Real Madrid? “Andarmene è stato come togliersi una spina. Sono stato lì molti anni nella cantera ed era molto difficile arrivare in prima squadra, ma ci sono riuscito alla fine – dopo tre anni all’Espanyol, dove sono stato molto bene – compiendo un vero sogno. Però non giocavo con continuità, e quello che voglio di più è giocare sempre tutti i giorni”.

Con Mou gli anni migliori? “Col mister c’era un bel rapporto, c’era sintonia tra noi. Mi ha inculcato la mentalità vincente, mi ha dato molta fiducia. E’ stato uno dei primi a scrivermi per complimentarsi con me per il debutto in Nazionale

 

Fonte: gianlucadimarzio.com

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