E’ un Ivan Juric molto sereno quello che ha intervistato La Stampa l’indomani del suo addio al Torino. I granata, infatti, hanno annunciato Paolo Vanoli come erede alla panchina. Il tecnico uscente ha affermato che “se mi guardo indietro non posso che essere sereno per ciò che abbiamo fatto o costruito”.
Juric non ha rimpianti.
“So che qualcuno può pensarlo, ma non è così. Qual è il mio lascito? La cultura del lavoro: quando siamo arrivati c’era un mondo, dopo un altro. Me ne sono andato senza rimpianti”.
Juric ha poi parlato di obiettivi, raggiunti e mancati: “Tre stagioni dalla parte sinistra della classifica non erano un traguardo scontato o facile da realizzare. Il Toro adesso può anche puntare sulla forza dei suoi giovani”.
Juric ha spiegato anche il proprio modo di approcciarsi ai giocatori nel costruire una squadra: “Per me il calcio è anche il rapporto con i giocatori, dentro e fuori dallo spogliatoio. Crescere con i ragazzi è un privilegio e nei mei tre anni ne sono cresciuti tanti. Si sarebbero buttati nel fuoco per me? Questo è calcio…”.
L’intervista si chiude con una domanda sul suo futuro: “Voglio studiare e aggiornarmi. Vorrei farlo all’estero”.