Casini, pres. Serie A: “Supercoppa in Arabia? I tifosi sono sempre al primo posto, ma ci sono in tutto il mondo”

Lorenzo Casini è stato intervistato a Radio Anch’io Sport su Radio Rai 1. Il presidente della Serie A ha parlato delle italiane in Europa, ha risposto alle critiche sulla location della finale di Supercoppa e ha parlato del razzismo negli stadi. Ecco quanto raccolto dalla nostra redazione.

Cosa significano i successi delle italiane nelle coppe europee?
“Quello che abbiamo visto è che l’assenza delle squadre italiane dalle fasi finali delle coppe negli ultimi anni, ci ha penalizzato. Quindi ci riteniamo molto soddisfatti e penso che non sia un caso”.

Come fare ad aumentare le squadre B nel nostro calcio?
“Sulle seconde squadre come Serie A abbiamo fatto uno studio per presentare delle modifiche alla Figc che possano aiutare le squadre a metterle in campo. Abbiamo parlato con i vertici di Lega B e Lega Pro e ora puntiamo a cambiare il regolamento per dare la possibilità a più squadre di avere rose in Lega Pro”.

Advisor e proposte: a che punto siamo?
“Siamo in una fase di istruttoria. Abbiamo ricevuto molte proposte e l’assemblea ha deciso di avvalersi di un advisor per guardare a tutte le proposte. Adesso dobbiamo decidere l’advisor insieme all’assemblea. I tempi da oggi sono di due-tre settimane”.

Troppe partite: qualità inferiore del gioco e maggior numero di infortuni?
“Purtroppo i dati mostrano questo: si gioca troppo e non sono io a dirlo. Lo dicono le componenti tecniche prima di tutto. Le riforme devono guardare a tutto il calcio professionistico non solo in ambito nazionale ma anche internazionale”.

La finale di Supercoppa si giocherà in un paese che ha molte ombre sui diritti umani, che tipo di scelta avete fatto?
“Ricordo che in Arabia Saudita la Serie A c’era già stata. Lo sport è uno strumento per promuovere i valori a tutti i livelli. là dove ci fossero contesti con ombre non si può trasformarsi in un endorsement. Ma i rapporti ci sono da tempo anche a livello dello Stato. Da quando è nata si è spesso giocata all’estero, è un’occasione per esportare il calcio italiano in tutto il mondo. Non mi sento di dire che si tratta di una innovazione visto che lo fanno anche all’estero”.

Queste decisioni però allontanano le squadre dai propri tifosi?
“È un tema su cui la Lega riflette da decenni. Già negli anni ’90 si giocò negli USA. Non è un caso che nelle scelte che vengono fatte si presuppone un’alternanza anche per tornare a giocare in Italia. I tifosi sono sempre al primo posto, ma ci sono in tutto il mondo, soprattutto per le big che spesso hanno fan ovunque”.

Il Var?
“La Serie A ha chiesto a fine dicembre un protocollo unico. è fisiologico che con le modifiche regolamentari migliorerà ancora, però serve un protocollo comune per avere sempre maggiore uniformità”.

Servirebbero investimenti sugli stadi?
“L’ultima sessione di mercato ci ha dimostrato che chi spende tanto è la Premier. Sugli stadi, è la nostra priorità, è il principale ritardo. Le cause risalgono a origini lontane e sono anche di sistema. Abbiamo chiesto aiuto al governo non solo per le risorse pubbliche perché si tratta spesso di stadi di proprietà del comune, ma anche perché le procedure sono troppo lente e ci sono troppe amministrazioni coinvolte e in contrasto tra loro. Il ruolo centrale è del governo che aiuti a sciogliere tutti i nodi burocratici è lo strumento che abbiamo chiesto. L’Europeo 2032 è un’opportunità straordinaria ma non può essere l’unica possibilità per risolvere questo problema”.

In Lega parlerete delle spese per i procuratori?
“Sì, è un argomento che abbiamo trattato. Abbiamo accolto favorevolmente l’intervento della Fifa. L’intento è quello di recepire in Italia il prima possibile il regolamento della stessa Fifa che ha posto dei paletti a una spesa che è diventata eccessiva per tutte le squadre”.

La chiusura delle curve, a suo avviso, non dovrebbe essere più perentoria?
“È uno strumento efficace quando ci sono episodi così negativi e diffusi. Il problema è che finché non si riscontrano i colpevoli c’è il rischio di una sanzione sproporzionata che colpisce anche chi non c’entra niente. Ecco perché la Lega si sta dotando di telecamere a riconoscimento facciale e scanner sonori per scoprire subito i responsabili”.

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