Il tecnico del Napoli Rafa Benitez ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del quotidiano spagnolo AS a poche dal match con la Juventus di Doha, dove verrà assegnata la Supercoppa Tim 2014/15. Ecco la traduzione di MondoNapoli:
Vincere la Supercoppa significherebbe conquistare il suo secondo titolo col Napoli. “E’ una partita fondamentale per la squadra, la società e tutti i nostri tifosi. Vogliamo vincerla a tutti i costi”.
La Juve parte favorita… “E’n una finale, è diverso dal campionato. Conteranno la mentalità e l’intensità che metteremo in campo”.
La sua seconda stagione napoletana è iniziata con la grande delusione dovuta alla Champions. Come spiega il tracollo del San Mamés? “A differenza dell’Athletic siamo arrivati alla gara con molti calciatori reduci dal Mondiale e con difficoltà di preparazione, loro non facevano la Champions da 16 anni, erano concentratissimi. Abbiamo avuto tante occasioni al San Paolo che avrebbero potuto cambiare il risultato del preliminare e al San Mamés eravamo persino in vantaggio dal 15esimo del secondo tempo. Dai nostri errori è nata la loro qualificazione”.
Il brutto percorso dei baschi in Champions aumenta il rimpianto? “Sono una grande squadra, hanno pagato l’eccesso d’intensità e l’inesperienza in Champions. E’ una competizione molto esigente, ti obbliga a giocare due volte in una settimana e spesso si pensa ai match di coppa piuttosto che a quelli di campionato. Nel tempo questo può incidere”.
In Italia è considerato un allenatore troppo offensivo, ma quando era a Valencia e a Liverpool le difese erano quasi perfette. Perché a Napoli non ha ancora trovato il giusto equilibrio? “Quando arrivi in una squadra cerchi di acquistare giocatori che s’incastrino perfettamente nel tuo modo di vedere il calcio, ma c’è bisogno di tempo e pazienza. Abbiamo trovato dei calciatori molto bravi ad attaccare, ma per l’interpretazione di ciò che volevamo bisognava regolare vari dettagli, pian piano ci riusciremo”.
Nei momenti negativi della squadra c’è stato chi ha chiesto addirittura il suo esonero. Cosa vi ha infastidito maggiormente? “Mi ha sorpreso la mancanza di capacità di analisi. Lo scorso anno abbiamo ottenuto ottimi risulati, abbiamo conquistato il record di vittorie in trasferta, di gol fatti e di punti in campionato. Come se non bastasse, abbiamo vinto la Coppa Italia e siamo usciti dalla Champions con 12 punti, cosa mai successa. Si trattava di risultati degni di grandi elogi ma all’improvviso si è messo tutto in discussione. Come ho detto altre volte, è mancato equilibrio”.
Il suo ex calciatore Behrami vi ha criticato molto, che problemi ci sono stati con lui? “Le sue parole, sinceramente, mi hanno sorpreso. Preferisco ricordare tutte le cose positive che lui ha fatto in campo e i commenti positivi della maggior parte dei miei ex calciatori, che sono positivi”.
Cosa manca al Napoli per raggiungere il livello di Juventus e Roma? “Questa rosa è più giovane e più forte di quella precedente, deve maturare e cominciare a credere che è in grado di raggiungere grandi traguardi. Juve e Roma sono in alto da molto più tempo rispetto a noi”.
Quanta importanza ha arrivare lontano in Europa League per questa squadra? “E’ importante far bene in tutte le competizioni, permette alla squadra di avere più esperienza e avvicinarsi alle squadre più grandi. Abituarsi a vincere rende più forti”.
Grazie a lei tutti in Italia conoscono il detto “Sin prisa pero sin pausa”. Quest’anno il motto è “Tutti insieme”… “Lo scelsi prima del preliminare con l’Athletic, sapevamo che tra gli spagnoli e il suo pubblico c’è un’unione perfetta e mi sembrò un buon esempio. Qui si sente il calcio con grande passione e se orientiamo quest’energia nella stessa direzione, il club sarà più forte”.
Come vive il rapporto con la città e i tifosi? “Non posso muovermi con tranquillità perché i tifosi sono molto appassionati, ma credo che a Napoli ci siano tantissime cose fantastiche che forse tanta gente non conosce, è giusto mostrarle. Ci sono molte reminiscenze borboniche: gli edifici e i quartieri mi piacciono molto perché mi ricordano la mia terra”.
La sua famiglia è lontana e lei vive nel centro sportivo del Napoli. Che cosa fa quando non lavora? “In realtà ho poche pause, c’è tanto lavoro da fare. Ogni tanto vado in palestra e faccio qualche passeggiata, ma con due partite a settimana viaggiamo tanto e ho poco tempo tempo libero”.
Per quanto riguarda i suoi calciatori, è’ riuscito a prevedere i 20 gol di Callejón e la sua convocazione in Nazionale… “Tutti gli allenatori hanno dei calciatori dai quali possono attendersi un maggiore rendimento. Sono felice della sua crescita e di quella di tanti altri giocatori. Il segreto è la capacità di lavoro dei calciatori stessi. Inoltre, avere uno staff tecnico che ti aiuta a occuparti di loro individualmente consente di ottenere ottimi risultati”.
E’ vero che avete ricevuto varie offerte per l’ex madridista? “Sì, ma non sono mai state prese in considerazione”.
Il miglior momento del Napoli è coinciso con il ritorno al gol del Pipita… “La nostra squadra si basa molto sul rendimento degli attaccanti, ha bisogno dei gol di Hamsik e di Gonzalo. Quando sono arrivati c’è stato anche più equilibrio nella fase difensiva”.
La posizione di Hamsik nel suo modulo è sempre un tema molto discusso. “Credo che la polemica nasca a causa degli scarsi risultati ottenuti e poco sul suo modo di stare in campo. Non è una questione di moduli, ora Hamsik sente molto di più il peso della squadra perché è il capitano ed ha più esperienza, quindi ci si aspetta tanto da lui. Non è più così facile fare la differenza come faceva prima perché adesso al suo fianco ci sono tantissimi calciatori di grande livello”.
David López e Koulibaly arrivarono nello scetticismo generale e sono già punti fermi del suo Napoli. “Sono molto importanti grazie alla loro capacità di apprendimento e sacrificio. La nostra rosa continua a crescere e tutti i calciatori, come abbiamo visto anche con De Guzmán, possono dare un contributo importante”.
Rafael ha dovuto sostituire Pepe Reina, un’eredità pesante. Come mai lo spagnolo non è stato confermato ? “A inizio stagione dovevamo capire come sarebbe tornato Rafael dal suo infortunio. Quando iniziò ad allenarsi decidemmo subito che il portiere sarebbe stato lui. Preferisco dare fiducia, soprattutto ai portieri: i cambi creano insicurezza”.
Si parla molto di un nuovo acquisto in attacco dopo l’infortunio di Insigne, ma Ghoulam partirà per la Coppa d’Africa e le condizioni di Zuniga preoccupano. Potrebbe arrivare anche un terzino? “Sappiamo di tener d’occhio la situazione terzini, trattenere Britos come alternativa è stata un’ottima scelta. L’infortunio di Camilo ci ha confermato che bisognava stare in guardia”.
Un tempo si diceva che gli spagnoli avevano difficoltà a esprimersi in Italia, ora ce ne sono quasi 20 nel nostro campionato. “Il calcio spagnolo è cresciuto tantissimo ed ha creato calciatori di un miglior livello tecnico, con grande esperienza tattica e professionalità. Questo rende semplice il loro adattamento a qualsiasi campionato”.
Ne ha già portati vari nel suo club, si è parlato tanto anche di Mario Suárez e Álvaro Arbeloa. Le interessano? “Non parleremo di mercato fino a gennaio, ora penso a far rendere al massimo i calciatori che abbiamo a disposizione”.
Con la nuova riforma della Serie A le rose di ogni squadra dovranno essere composte da massimo 25 giocatori dei quali 8 cresciuti in Italia. Cosa ne pensa? “E’ un’idea che ha già funzionato in Premier e nelle competizioni europee, aiuterà a dare più spazio ai calciatori italiani”.
Ci sono tantissimi giocatori napoletani di grandissimo livello, ma sono pochissimi quelli che riescono a giocare con la maglia azzurra… “Se guardiamo di nuovo il caso dell’Athletic, notiamo che per i calciatori baschi la priorità è restare nella loro terra. A Napoli ci sono tantissimi talenti, ma appena sbocciano tante squadre arrivano per metterli sotto contratto. E’ molto diffiicile riuscire a trattenerli”.
Ha sempre detto che la crescita del Napoli passa per le sue infrastrutture. Cosa è cambiato dal suo arrivo in azzurro? “Ora abbiamo a disposizione una sala polifunzionale, i campi sono in una condizione migliore, siamo al lavoro per una zona dedicata ai portieri e c’è del personale nel club che si occupa solo dei calciatori e delle sue famiglie. Questi accorgimenti migliorano il lavoro quotidiano”.
Il suo contratto scadrà a giugno. Ha già parlato con De Laurentiis del rinnovo? “Con il presidente, il club e tutta la città ho un’ottima relazione e voglio dare il massimo per questa squadra. Quando sarà il momento valuteremo insieme che direzione bisognerà prendere. Stiamo facendo crescere il Napoli come società, questa è la cosa più importante”.
Fonte: as.com