L’Italia esce nel modo più indecoroso ed indegno possibile dall’Europeo: una partita squallida che manda, meritatamente, la Svizzera ai quarti. Un percorso di quattro partite altrettanto osceno, salvato solo da qualche invididualitá (Donnarumma e Calafiori su tutti).
Ecco che parte il banco degli imputati: numero uno ovviamente il presidente della FIGC Gabriele Gravina, la cui missione di ridare competitivitá e lustro al calcio italiano è definitivamente giunta al capolinea con la “Caporetto” tedesca ma anche di mister Spalletti, mai capace (fino ad ora) di dare una vera e chiara impronta a questa Nazionale, complice soprattutto una totale mancanza di interpreti con la conseguente ed ossessiva ricerca della sua idea di calcio, in quattro partite mai vista.
Non si salva nulla, solo venti minuti totali di orgoglio contro Albania e Croazia, senza i quali avremmo trascinato gli uomini Spalletti verso giudizi ben peggiori.
Il vero problema in Italia però è un altro, che ciclicamente riemerge alla ribalta: quello di giudicare tutto e tutti a seconda di come gira il vento, senza portare avanti con coerenza le proprie idee.
Fino a tre mesi fa Donnarumma era, per molti, il problema numero uno di questa nazionale, da panchinare immediatamente a favore di Vicario, considerato di tutt’altro spessore: sono bastate quattro partite per far capire, o meglio ribadire, che Gigio è l’unico fenomeno di questa squadra, mettendo a tacere tutti ed ora viene osannato in massa.
Di Lorenzo fino ad un anno fa paragonato da tutti a Cancelo, Carvajal ed ai migliori terzini destri d’Europa: oggi è un brocco qualunque, complice L’UNICA VERA STAGIONE NEGATIVA da sei a questa parte, ora per tutti è da mandare al macello o rinchiudere in gulag gettando la chiave. La sua vera colpa? Essere troppo coccolato da Spalletti, qui si che si può giudicare, ma l’esagerazione è sempre dietro l’angolo, e la responsabilità di chi lo fa scendere in campo.
Barella e Bastoni, i due veri motori trainanti dell’Inter e di questa Italia sono arrivati all’Europeo completamente in ombra, spompati e di conseguenza spremuti come dei limoni quando in panchina si vantano i nascenti e promettenti Buongiorno, Frattesi, Folorunsho e via dicendo.
Arriviamo al tema Fagioli, forse il tema più discusso dell’intero l’Europeo: meritava davvero la convocazione dopo lo scandalo dell’ultimo anno? È stata una scelta politica farlo rientrare tra i 26 come Paolo Rossi nell’82? Il campo ci ha raccontato di buoni propositi mostrati nella gara contro la Svizzera, buon portamento di palla ed anche personalità nei contrasti ma serviva questo all’Italia al momento? Un calciatore in palese forma fisica scarica che non poteva essere certamente il faro in tempesta. Era necessario lanciare al patibolo un ragazzo di poco più di 20 anni che ha subíto difficoltà private enormi in una competizione di spessore come l’europeo? Non avremo mai risposte.
Ad oggi ci tocca sentire che la salvezza di questa nazionale può essere Massimiliano Allegri, fino a fine dello scorso campionato dai più è sempre stato giudicato in maniera più che negativa.
Un allenatore con un’idea di calcio vetusta (seppur a tratti produttiva come in parte l’ultima Juventus) e che salvo miracoli ridarrebbe futuro e gloria all’Italia. Siamo sicuri? O anche qui ritorniamo periodicamente sempre al problema che in questo paese si guarda sempre indietro e mai in avanti?
C’è stato anche chi, dopo tutte gli improperi riservatogli dal post Italia-Macedonia in poi, si è scusato con Roberto Mancini, penso non serva aggiungere altro.