Napoli-Atalanta: analisi di una sconfitta pesante

Dopo due settimane nelle quali si è parlato più di razzismo e di questioni extra campo dopo il caso Acerbi-Juan Jesus verificatosi nella partita tra Napoli e Inter, gli azzurri perdono malamente in casa contro l’Atalanta. Una delusione sotto tutti i punti di vista: dalla prestazione al risultato finale.

Un primo tempo tattico dove le due squadre si sono studiate nella fase iniziale, fino ai due squilli dei nerazzurri firmati Mirančuk e Scamacca con in mezzo sprazzi di Napoli che ha cercato di reagire al vantaggio dei bergamaschi.

Calzona cerca di scuotere gli azzurri con gli ingressi di Zielinski e Ngonge tra primo e secondo tempo che sono subentrati rispettivamente al posto di Anguissa e Raspadori, che hanno entrambi deluso nel corso della prima frazione.

Nel secondo tempo il Napoli ha il pallino del gioco e tra giocate individuali e calci piazzati prova a riaprire la gara, ma nonostante l’impegno innegabile degli uomini di Calzona l’1-2 non arriva. Anzi all’88esimo arriva il terzo goal dell’Atalanta con Koopmeiners, che si conferma in forma dopo la doppietta all’Allianz Stadium contro la Juventus di poche settimane fa.

Dopo questa sconfitta le speranze per una qualificazione alla prossima Champions League si riducono al minimo. La matematica tiene ancora in vita gli uomini di Calzona ma l’impressione è che non sia quella la dimensione dei campioni d’Italia uscenti, sommersi dai fischi dei propri tifosi già prima della fine del match.

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