Il Napoli metta nello spogliatoio l’immagine dell’urlo di Natan

fonte foto: Cbs Sport

Il Napoli vince una partita non bellissima quanto importante per il passaggio del turno di Champions League. All’Olympiastadion, casa europea dell’Union Berlino, arriva un successo parecchio sporco, di quelli da cui è difficile trarre vere e proprie conclusioni. I tedeschi hanno aperto una vera e propria battaglia su un non eccellente rettangolo verde, concedendo pochissimi spazi. In uno di questi momenti, Khvicha Kvaratskhelia sfrutta l’unico vero 1 contro 1 della sua partita, servendo Giacomo Raspadori a seguito di un ottimo movimento. Sarà l’unico vero tiro in porta della formazione di Rudi Garcia. Il resto del match sarà contrastare gli attacchi a testa bassa degli uomini di Urs Fischer.

Alcuni parlano di una vittoria non degna del livello dei partenopei, mentre altri esaltano il cinismo della squadra di Garcia. La realtà, come al solito, è ben più complessa di così. Vero che servono migliorie nel gioco, ma in un match bloccato come questo, contro una squadra con grande voglia di rivalsa, serve anche pazienza e saper sfruttare le poche occasioni che capitano. Però, c’è un fattore che il Napoli deve portare via ben stretto da Berlino: il carattere. Agli azzurri non è mancata la voglia di vincere e di combattere. Una partita fisica e sporca come questa poteva trasformarsi in un risultato negativo che avrebbe reso più complicato il discorso qualificazione.

Tra tutte le istantanee, ce n’è una che risalta su tutte: l’urlo di Natan. Al minuto 84, il difensore brasiliano è entrato con impeto su Sheraldo Becker, tirando fuori un urlo carico di foga. Questo frame dev’essere un’immagine in cui il Napoli dovrà unirsi e rispecchiarsi. Un’immagine che andrebbe appesa all’interno dello spogliatoio per ricordare sempre in ogni momento qual è la voglia con cui bisogna scendere in campo. Dal canto suo, l’ex Bragantino è stato uno dei migliori della sfida, così come della stagione. Un solo errore per lui (in occasione gol annullato ad Haberer), figlio però di un grandissimo lavoro di reparto nel mettere in fuorigioco Fofana. Per il resto, si assiste ad un ragazzo che cresce ed apprende giorno dopo giorno. Non sarà ancora ai livelli di Kalidou Koulibaly e di Kim Min-jae, ma il solco tracciato è dei più luminosi.

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