Napoli, che sia arrivato quel punto d’incontro tra Garcia e la squadra?

Nella sesta giornata di Serie A, il Napoli ha travolto l’Udinese per 4-1, fornendo la miglior prestazione stagionale. Un risultato tutt’altro che scontato, visto il clima con cui ci si è avvicinati all’incontro. Fino alla diramazione delle formazioni ufficiali non s’è parlato d’altro che del caso di giornata: Victor Osimhen. Mentre prima dell’emergere di questi malumori, a finire pesantemente sulla graticola c’era Rudi Garcia, la cui autorità nello spogliatoio sembrava quasi ignorata. Queste situazioni potrebbero non essere del tutto chiuse, ciò che però è certo è che gli azzurri, al primo vero spartiacque della stagione, hanno risposto nel miglior modo possibile: vincendo e fornendo un gioco di alto livello.

Un esito del genere può apparire come normale amministrazione per il Napoli dell’anno scorso, ma lo scenario che ha accompagnato questa sfida l’ha trasformata in uno dei primi crocevia stagionali. A tenere le spine su tutto c’è stato il caso Osimhen. Vuoi per un TikTok non gradito, per delle richieste contrattuali non soddisfatte o delle malelingue, ma la reazione del nigeriano ha sollevato un polverone non da poco. Il gesto di cancellare quasi tutte le foto con la maglia del Napoli dal suo profilo Instagram (comprese quelle dello scudetto) non è piaciuto ai tifosi. Gli è stato rimproverato un comportamento poco maturo, tanto da arrivare quasi a scaricarlo. Nel giro di qualche mese il rischio è quello di passare da eroe del tricolore a vittima di un ego eccessivo.

A questo, si aggiunge il mancato saluto ai compagni all’arrivo al ritiro. Atti che oltre a non essere piaciuti, hanno lasciato il ritratto di un calciatore nervoso e in conflitto con società ed allenatore. Poi, nel primo pomeriggio, è arrivata la notizia delle scuse. Non gli è stato inflitto alcun provvedimento e si è lasciata scorrere tutta la vicenda, garantendogli anche un posto da titolare con l’Udinese. Sul rettangolo verde, il nigeriano è apparso professionale e pronto come sempre. Ha disputato una gara positiva, siglando anche il gol del 2-0. Oltre a questo, ha incitato come sempre i compagni e difeso Kvaratskhelia sull’episodio del calcio di rigore. Il pericolo di vedere un calciatore svogliato c’era, ma Victor ha spedito tutte queste polemiche al mittente.

Difficile che dei malumori del genere rientrino subito, ma non è il momento di gettare la croce addosso al nigeriano. La scorsa stagione è stata un sogno, un qualcosa di irripetibile. Pensare di replicare quanto visto nell’anno dello scudetto è follia. Le ambizioni di Victor sono chiare, e tra queste potrebbe esserci quella di lasciare il Napoli per un altro club. Dei primi segnali di cedimento della macchina potrebbero spingerlo a cambiare aria. Che la ripresa di un percorso condiviso possa portare ad un possibile ricongiungimento? Può darsi che a scrivere sia un sognatore, ma sicuramente non sarà l’unico. Per gli stessi motivi per cui Osimhen non va colpevolizzato, non si può scaricare tutto su Rudi Garcia. Anzi, questa partita può segnare una svolta nella sua avventura partenopea.

Dal punto di vista del gioco e dei risultati, il Napoli è arrivato a questa sfida con una sola vittoria nelle ultime 4. A preoccupare però, è stata sia la mancanza di un gioco convincente che la possibile perdita del controllo dello spogliatoio da parte del tecnico francese. La dura sconfitta con la Lazio, il deludente pareggio con il Genoa e la sofferta vittoria di Braga hanno gettato ombre sull’operato di Garcia, accusato di voler modificare in maniera eccessiva il lavoro di Luciano Spalletti. Degli spiragli di luce si sono visti nella trasferta di Bologna, ma ancora poco per soddisfare i tifosi. I gesti stizziti di Victor Osimhen e di Khvicha Kvaratskhelia a seguito di alcune sostituzioni, hanno anche lasciato pensare ad un mister poco autorevole e non seguito dal gruppo. Un mancato successo contro l’Udinese avrebbe potuto significare nuove polemiche.

Alla vigilia del match, si è optato per incontrarsi a cena e rimanere insieme. Non sappiamo quali parole si siano scambiati calciatori e tecnico, ma a giudicare da quanto visto in campo, pare si sono gettate le basi per una nuova ripartenza. Se le vittorie contro Frosinone e Sassuolo non erano dispiaciute, questa ha ricordato il Napoli spallettiano. Gioco, pressing e tanta foga, come mai si era visto questo nuovo Napoli 2023/24. Natan, Cajuste e Lindstrom entrano sempre più negli schemi azzurri. Lobotka e Anguissa stanno tornando quelli della passata stagione. Nel frattempo, Zielinski dipinge calcio e ultimo, sicuramente non per importanza, Kvaratskhelia si è ritrovato.

Commovente la prestazione del georgiano, sfortunatissimo in almeno un paio di occasioni. Quel gol tanto ricercato sembrava non arrivare nemmeno stavolta. Ed è lì che subentra il fattore campione. Su un disimpegno dei friulani lo si è visto scendere in picchiata come un falco, per poi saltare il portiere avversario Silvestri con una giocata d’autore e da lì poter finalmente mostrare al Maradona la famosa vena sul collo, sempre per citare Spalletti. Una rete che sa di liberazione, che gli permette di scaricare un pesante macigno. Questa prova significa sia per lui che per i suoi compagni un nuovo avvio, nel quale possono coesistere sia il gioco al quale sono abituati, sia dei necessari accorgimenti di Garcia.

Sarà come sempre il tempo a definire se questo progetto s’ha da fare, ma al momento il francese rischia di pagare per tutti. È inutile pensare alla passata stagione, non è replicabile e non lo sarebbe stato nemmeno per Spalletti. Ci sono annate e annate, e dopo un successo di questo peso c’è bisogno di novità e nuovi stimoli. Gli avversari non stanno a guardare e il pericolo di accomodarsi sugli allori è molto forte. Eventuali ritardi negli acquisti non possono riguardare lui, ma degli sbagli societari. È logico che Natan abbia bisogno del suo periodo di adattamento, ma la responsabilità di una possibile mancanza in difesa riguarderebbe la dirigenza, non il tecnico. Ci sta scommettere su un difensore poco conosciuto (anche perché in pochissimi possono considerarsi al livello di Kim Min-jae), ma il tutto va fatto con altre tempistiche.

Le difficoltà nella gestione di questo gruppo avrebbero reso arduo il lavoro chiunque si fosse seduto su questa panchina. L’unico nome in grado di poter garantire una totale continuità tecnica sarebbe stato Luis Enrique. Altri profili invece, avrebbero significato un cambio di gioco e possibili screzi come accaduto in queste giornate. Inoltre, gestire uno spogliatoio che viene da un successo del genere non è affatto facile: ci sono delle situazioni contrattuali da risolvere e bisogna impedire che la vittoria della scorsa stagione possa appagare i calciatori. Al momento, si può criticare a Garcia la scelta di voler mettere da subito mano al gioco e di non gestire correttamente alcuni elementi, anche se con la serata di ieri tutto questo potrebbe cambiare.

Sembra che il gruppo e l’allenatore abbiano finalmente tracciato una via insieme: non abbandonare il calcio spumeggiante del passato e accettare dei ritocchi. Anche per questa scelta, qualcuno potrebbe criticare Garcia ritenendolo come un “messo alla porta”. Se questa idea venisse confermata, si tratterebbe della scelta più saggia possibile. Dinanzi a certe macchine, non bisogna mettere troppo la mano. Non vuol dire che il tecnico non venga considerato, anzi, la sua gestione in tal caso potrebbe permettere di mantenere quest’equilibrio. Per un allenatore, mantenere un’autogestione è un compito che richiede enorme intelligenza e che non salverà dalle critiche al primo errore. Poi in futuro, con eventuali altre cessioni e una necessaria evoluzione dei concetti, si potranno fare delle riflessioni, ma al momento non si possono dare dei giudizi netti. 

La partita con l’Udinese, per questi motivi, può rappresentare il vero inizio di stagione dei partenopei. Certi progressi vanno confermati nelle prossime partite. Soprattutto, non è detto che i passi falsi cesseranno di presentarsi, specie nelle prossime uscite. Ma il gruppo e l’allenatore sembrano aver finalmente trovato un percorso comune da tracciare insieme. Se questo fino a qualche giorno fa sembrava una remota utopia, ora appare decisamente possibile.

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