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Kvaratskhelia va lasciato libero di crescere e di sbagliare

ssc napoli

Khvicha Kvaratskhelia è uno dei nomi che, nelle ultime uscite, ha impressionato maggiormente i tifosi del Napoli. Il georgiano ex Dinamo Batumi avrà il non semplice compito di non far rimpiangere Lorenzo Insigne, uno degli uomini che ha scritto la storia recente del club. Una figura non semplice da sostituire, tanto che si è deciso di optare per un giovane con le potenzialità di un top player. Kvara, così come viene soprannominato, ha un bagaglio tecnico impressionante e una precocità che parlano per lui. Non a caso, è uno dei ragazzi seguiti con più attenzione in Europa da calciofili e semplici appassionati.

In tutto questo però, c’è un possibile rovescio della medaglia. Eccessive aspettative (che non stanno tardando ad arrivare) possono frenare e non poco la sua crescita, imponendogli di disputare ogni incontro come fosse la classica partita di calcetto fra amici. C’è la tendenza a pensare che Kvaratskhelia debba togliere le castagne dal fuoco quando necessario, come se, per le sue abilità, fosse un compito elementare. Una responsabilità non da poco, specie se ci si ricorda della sua età: 21 anni. Certe voci e imposizioni possono complicare di molto la serenità di un giocatore. Una scarsa tranquillità può portare a sbagliare anche quelle cose più semplici, aprendo così un circolo di critiche ingenerose.

Sul georgiano infatti, si sono riposte enormi aspettative. Le prime uscite stagionali lo hanno visto in grande spolvero. La sua capacità di rischiare la giocata, le sue accelerazioni, i suoi gol e assist, hanno infiammato la passione anche di chi più scettico. Se questa fiducia al momento si sta rivelando come un punto di forza, potrebbe non esserlo nel caso una partita venisse disputata non al meglio. Khvicha ha sì un enorme talento, ma non bisogna dimenticare che è un ragazzo molto giovane con tanta strada da percorrere. Inoltre, proviene da un contesto completamente diverso da quello italiano. Per questo, bisogna concedergli del tempo per adattarsi. Per intraprendere al meglio il percorso di crescita di Kvara, sarà necessario prestare il massimo dell’attenzione a questi aspetti.

Ad esempio, le critiche hanno reso la vita difficile anche ai migliori giocatori. A chi non ha calpestato un campo da calcio a certi livelli, può sembrare roba da poco sopportare una tale pressione. Un grande talento porta con sé anche un gran numero di attenzioni che sono molto dure da reggere. Ogni match dev’essere quell’occasione per dare delle dimostrazioni in più, e se queste non arrivassero, lascerebbero il terreno alle più spietate critiche. Un giovane non può vivere con quest’ansia addosso, deve avere la libertà di tentare le sue giocate e di sbagliare. Solo così potrà acquisire esperienza e bravura per migliorare.

L’aria che tira intorno alla figura di Kvaratskhelia può permettere a questo circolo vizioso di svilupparsi. Ogni singolo allenamento sembra il momento giusto per vedere cosa è in grado di fare. Finché si tratta di semplice curiosità, è un atteggiamento che può anche essere considerato accettabile. Ma quando questi riflettori diventeranno ossessivi, quelle occasioni in cui il colpo del campione non arriverà, apriranno le maggiori discussioni. Sono numerosi i giovani ad aver perso la bussola a causa di questi atteggiamenti. È troppo semplice limitarsi a dire “il giocatore non è in grado di reggere la pressione”. Oggi il calcio non permette di respirare, in certi casi quella che è una passione si trasforma in una gabbia, una prigione in cui l’unica cosa concessa è divertire la gente, un po’ come accade per musicisti o altre figure dello spettacolo.

Spesso ci si tende a dimenticare che i calciatori sono esseri umani, e come tutti provano dei sentimenti, possono avere i loro momenti no e attraversare delle difficoltà. Non è inusuale che alcuni giocatori possano diventare schiavi del loro personaggio. Per evitare problematiche del genere, sarà fondamentale il lavoro di Luciano Spalletti. Il tecnico dovrà saper gestire al meglio le situazioni, sapendo infondere in Kvara la giusta calma, lasciargli le sue libertà sul rettangolo verde e soprattutto, non condannarlo dopo una partita sbagliata.

Anche il ruolo dei tifosi potrebbe incidere nel suo sviluppo. Una tifoseria ostile, pronta a fischiarlo al primo errore, non risulterebbe certamente il migliore degli stimoli per giocare. Anche in questo caso, vale il discorso fatto in precedenza: i calciatori sono esseri umani. È giusto e nella natura di ogni supporter idolatrare un giocatore, ma ciò va fatto senza esagerare nelle pretese. Anzi, un certo amore dovrebbe comportare un supporto incondizionato, anche dinanzi ad un momento non semplice del proprio idolo. Per un giovane come Kvaratskhelia, questo fattore potrebbe essere molto importante.

L’altro aspetto a cui bisognerà prestare attenzione è l’adattamento. Khvicha proviene da un contesto molto diverso rispetto a quello italiano. Fino ad ora, ha giocato solo in due campionati: quello russo e quello georgiano. È capitato spesso che astri nascenti provenienti dall’Est Europa – e non solo – non riuscissero a rispettare tutte le premesse. Questo però accade anche con calciatori provenienti da campionati sudamericani, o da campionati europei con schemi tattici molto particolari, come la Pro League belga o l’Eredivisie olandese. Il motivo principale non è la mancanza di talento, ma la tendenza a guardarli come prodotti fatti e finiti. Un esempio è quello di Kalidou Koulibaly, che, grazie agli insegnamenti di Maurizio Sarri, è passato dal rischio di essere ricordato come un difensore mediocre al diventare uno dei più forti al mondo.

Perché certi talenti possano esprimersi al meglio, c’è bisogno di un periodo di ambientamento, di insegnargli schemi, situazioni e movimenti che possono tornare utili nel calcio europeo. Anche in questo caso, Spalletti dovrà far valere la sua esperienza, magari prendendo spunto da cosa ha fatto Sarri con il senegalese. Il suo passato in Russia può essere fondamentale per comprendere al meglio di cosa avrà bisogno l’ex Rubin Kazan. Così come sarà importante l’approccio dei leader dello spogliatoio. Anche a loro andrà il compito di mostrare a Kvara quali sono le esigenze del calcio europeo, cosa richiede una piazza come Napoli e di supportarlo nei momenti meno semplici. Questi piccoli accorgimenti possono permettere al georgiano non solo di ambientarsi più in fretta, ma di legare al meglio con i nuovi compagni.

In conclusione, Kvaratskhelia non va visto come un calciatore che deve vincere da solo ogni match, ma come un giovane talento che ha bisogno del suo tempo per poter scatenare tutte le sue abilità. Non bisogna cadere nell’errore di innalzarlo su un piedistallo, né quello di denigrarlo al primo sbaglio. In ogni caso, la sua bravura nel gioco del calcio è indiscutibile quanto delicata. Non resta che aspettarlo, sarà sicuramente in grado di regalare quelle gioie che, un ambiente al momento sofferente come quello partenopeo, necessita.  

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