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Dolce è la vendetta

Fonte foto: SSC Napoli

Dopo aver pareggiato 1-1 contro l’Inter sabato sera, il Napoli si è conquistato il pass per la finale più triste della storia del calcio italiano. Oltre all’assenza di pubblico e tifo – e dunque della radice più profonda del sentimento sportivo – per ovvi motivi, l’organizzazione dell’ultima fase della Coppa Italia rende chiaro come agli occhi di Governo, FIGC e stampa, questa non sia altro che una “coppetta” da assegnare in fretta.

Nonostante lo scenario bieco e paradossale, gli uomini di Gattuso vogliono la Coppa. La vittoria di un titolo in una stagione frastagliata di colpe cospicue da parte di tutti gli enti della società potrebbe infatti essere una chiave importante per una ripartenza da grande squadra. In campionato e in Champions. Ma le motivazioni alla base della partita di mercoledì non si limitano all’appeal.

In primis, si gioca contro la Juventus. E già di per sé, questa – per Insigne e compagni – non può essere una partita normale. Inoltre, tra le file della nemesi più sfrontata di tutte figura in prima linea quello che solo qualche anno fa proprio i napoletani, e tutti i calciatori, definivano “il comandante”. Poi, si aggiungono le rivincite personali.

Quelle di Gattuso, soprattutto. L’allenatore del Napoli sa com’è disputare una finale di Coppa contro la Juventus. Come oggi ha raccontato oggi Tuttosport, Rino è infatti ancora avvelenato per la finale del 2018, quando i bianconeri batterono il suo Milan per 4-0, in una partita totalmente dominata dalla squadra torinese. Le motivazioni per rifarsi ci sono tutte. La squadra, sembra, pure.

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