Home Editoriali Quando gli interessi contano: ripartire è un obbligo o una scelta?

Quando gli interessi contano: ripartire è un obbligo o una scelta?

Pensare di bloccare tutto fa parte dell’ideologia di una parte importante del popolo calcistico, ma non tutti la pensano così e i motivi sono evidenti. Troppo business dietro il calcio, interessi che macinano milioni dopo milioni per uno sport che è diventato di interesse nazionale. Non è solo un hobby da praticare in cortile con gli amici o un perditempo da seguire in diretta alla Tv, in luogo di qualche stupido talk-show. Il calcio oggi rappresenta e rappresenterà ancora un simbolo di unità nazionale, che genera valori di rispetto per la propria squadra e per quella avversaria.

Le lamentele e le constatazioni di molti presidenti a livello internazionale, però, rimandano la sfera emotiva e fanno riflettere sulla vetrina del calcio. Come ha detto il presidente del Borussia Dortmund, le delegazioni di molte squadre europee e la spinta incessante di diversi presidenti di A. Altri si domanda quale stimolo ridicolo possa portare alla decisioni di mettere ancora in pericolo i cittadini, gli atleti, i dirigenti e tutto il mondo che ci circonda. Siamo dinanzi ad una spaccatura, non c’è via di uscita. Si riprende per interesse o si termina per giustizia e rispetto di chi ha sacrificato? Le risposte sono infinite.

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