Cinque anni sono un lasso di tempo importante nella carriera di un calciatore, in cui si più passare dalle stalle alle stelle togliendosi grandi soddisfazioni, così come può accadere il contrario. Il lustro 2013-2018 sarà indimenticabile per Dries Mertens, passato dall’essere subentrante “spacca-partite” a bomber da 100 gol con la maglia del Napoli (diventando il miglior marcatore europeo nella storia azzurra con 20 reti). Ieri sera contro la Stella Rossa in Champions League, quello che è ormai per tutti Ciro ha raggiunto la tripla cifra, scherzando (ma non troppo) sul voler scalzare al più presto Marek Hamsik (a quota 121 col gol di ieri) come marcatore più prolifico nella storia del club: qualcosa di impensabile fino a pochi anni fa.
Arrivato nel 2013 dal Psv, nel biennio targato Rafa Benitez il belga è stato subentrante di lusso, fungendo da alternativa sulla sinistra a Lorenzo Insigne e risolvendo spesso partite che sembravano bloccate: per lui 23 gol in 98 presenze (compreso quello in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina). La musica non cambia nel primo anno “sarrista”: pur con qualche mugugno, Mertens è ancora una riserva, mettendo a segno comunque 11 gol in 40 presenze (divisi tra Campionato ed Europa League).
L’addio di Higuain porta in azzurro Arek Milik, ma il destino cambia il percorso napoletano di Dries. Il polacco si infortuna gravemente, Manolo Gabbiadini non è considerato all’altezza per sostituirlo ed ecco la pazza idea di Maurizio Sarri: Dries centravanti nel 4-3-3. I risultati sono clamorosi: in 46 presenze il folletto belga segna 34 gol (gli stessi segnati nei tre anni precedenti). L’acquisto di Pavoletti si rivela inutile, con Milik che al ritorno in squadra non può che accomodarsi in panchina. Il polacco parte quindi da riserva anche l’anno scorso, fino al nuovo stop: niente paura, c’è Dries con i suoi 22 gol in 49 partite.
Milik (che ieri non ha giocato nemmeno un minuto) è scivolato in panchina e sembra soffrire molto (almeno per il momento) la concorrenza di quell’uomo d’area di rigore chiamato Dries Mertens. Che, facendo un gioco di parole con l’attualità politica, ha raggiunto “quota 100” ma non vuole affatto andare in pensione, per contribuire ai futuri successi del Napoli.