Home Editoriali L’importanza del fattore “San Paolo” per puntare in alto

L’importanza del fattore “San Paolo” per puntare in alto

Il brillantissimo pareggio di Parigi ha portato tanta fiducia (e qualche rimpianto) in casa Napoli, che ora sarà chiamato a un trittico di partite casalinghe. Dal fattore San Paolo passerà dunque una buona fetta di speranze azzurre in campionato e in Champions League.

Si comincia domenica sera contro la Roma di Eusebio Di Francesco, distante 7 punti in classifica e che la squadra di Carlo Ancelotti vorrà allontanare ancora di più, con l’obiettivo di mantenere almeno invariato il -4 dalla capolista Juventus. Si prosegue poi con l’anticipo di venerdì 2 novembre contro l’Empoli di Aurelio Andreazzoli, squadra neopromossa ma non certamente da sottovalutare.

In entrambe le sfide si preannuncia una buona cornice di pubblico, pronto a sostenere i propri beniamini che, proprio come i tifosi, da un po’ di tempo “hanno un sogno nel cuore”. Il Napoli di queste prime 12 partite ufficiali ha dimostrato di poter non solo replicare i 91 punti dello scorso campionato, ma anche, perché no, di poterne fare uno in più, in modo da contendere di nuovo fino alla fine lo scudetto alla corazzata bianconera.

Il pubblico di Fuorigrotta sarà però ancor più determinante martedì 6 novembre, quando il PSG del grande ex Edinson Cavani (chissà quali saranno le sue emozioni all’ingresso in campo) verrà di fatto a giocarsi la qualificazione agli ottavi di Champions. Dopo il “semi-miracolo sportivo” del Parco dei Principi, il Napoli vorrà farne uno “completo” per accedere di fatto tra le migliori 16 squadre della più importante competizione europea per club.

E il travolgente urlo “The Champions” dei tifosi sarà solo la prima spinta di una partita che si preannuncia a dir poco “infernale” per la squadra francese. La quale avrà di fronte non solo 11 giocatori, ma anche quell’insostituibile “dodicesimo uomo” chiamato stadio San Paolo.

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