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EDITORIALE – Il calcio non è solo uno sport

Nella vita di ognuno di noi ci sono delle priorità, degli obiettivi, degli affetti che ci accompagnano quotidianamente. Diamo spesso per scontato ciò che abbiamo per andare alla ricerca di ciò che vorremmo, dimenticando che, in fondo, è al superfluo che diamo troppa importanza.
Sabato sera i tifosi azzurri hanno avuto una doppia beffa: il gol di Dybala al 93esimo che ha regalato i tre punti alla Juve e una sconfitta pesante, forse inaspettata almeno nel modo in cui è avvenuta, contro la Roma in casa. Quel sogno scudetto che si è allontanato un po’ dopo questa caduta pesante, dolorosa.

Niente è perduto, ci sono ancora 33 punti in palio e diverse partite chiave ancora da disputare. Purtroppo il Napoli che viaggia ad una media impressionante ha come avversaria una squadra che sa andare ancora più veloce e lo ha dimostrato in questi anni.
Domenica la città si è risvegliata con un sorriso a metà, perché se da una parte c’è stata la sconfitta, dall’altra l’odore del ragù che si diffondeva tra le strade partenopee ha reso gli animi meno irrequieti. In quelle ore, però, nel mondo del calcio avveniva una tragedia più inaspettata del 4 a 2 al San Paolo: Davide Astori, capitano e giocatore della Fiorentina non c’era più. La scoperta nella camera d’albergo di Udine, dove la squadra era in ritiro in vista del match pomeridiano contro i bianconeri di Oddo, ha gelato il sangue a tutti quelli che vivono di pallone.

Sono partiti messaggi di affetto e i campi di calcio hanno visto gli spalti vuoti per rispetto a questo addio costretto in serie A.
Anche negli altri campionati, soprattutto in Spagna, la morte del difensore ha sconvolto i calciatori che hanno dedicato un minuto di silenzio al giocatore viola innamorato della sua Francesca e della bimba Vittoria, lasciata all’età di 2 anni. Una donna che ha perso l’uomo della sua vita, una bambina che ha perso il suo punto di riferimento. Non avrà mai un ricordo nitido del padre, quel ragazzo dal viso dolce e dall’animo buono, anche se tanti avranno modo di descrivergli che uomo fosse. Un leader sempre attento ai compagni e a dar loro i giusti consigli. Anche tanti calciatori azzurri gli hanno dedicato un post, Mertens per esempio ha rivelato di aver passato delle belle giornate con lui quando è andato con la sua Kate in luna di miele o Luigi Sepe che con lui ci aveva giocato alla Fiorentina. Davanti a queste tragedie, perché morire a 31 anni è semplicemente una tragedia inspiegabile, fa riflettere e fa quasi imbarazzare pensare alla tristezza provata per il k.o. di qualche ora prima.

I gesti d’amore in questo momento non sono mancati per la sua famiglia, tanto che la società toscana ha voluto comunque rinnovare il contratto ad Astori, il quale doveva oggi firmare quel foglio pronto per blindarlo a vita nella città che fu di Dante, per dare un sostegno economico alle sue amate donne.
Per milioni di persone che vivono di calcio ogni giocatore diventa un conoscente, qualcuno un idolo, altri segnano addirittura parte della propria vita. Questa tragedia colpisce tutti, al di là dei colori.
Riposa in pace, Davide.

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