La neve a Napoli, il +4 – seppur momentaneo – sulla Juve, il gol stupendo su punizione di Mario Rui, l’azione in cui sono stati coinvolti tutti e 11 giocatori per arrivare poi in porta con la rete di Hamsik: insomma il martedì di questo fine febbraio risveglia i napoletani con il sorriso e lo stupore nel vedere quanto questa città e questa squadra possano regalare nuove ed intense emozioni.
Uno spot per il calcio italiano sorprendente, nonostante i trofei non siano ancora arrivati, per chi da anni è abituato alle egemonie del nord, Juve in primis.
Ogni partita, ogni vittoria dà la sensazione di sicurezza per quel titolo sognato, desiderato, voluto. Basta vedere gli occhi degli azzurri, la loro caparbietà nel voler dettare il proprio gioco in qualsiasi campo. Quello che fa impazzire di questo Napoli è che gioca in trasferta come se fosse in casa: sono gli avversari a doversi adattare al gioco degli azzurri, frustandoli nelle azioni. Capacità unica. 26 risultati utili consecutivi fuori dal San Paolo. In una sola parola: impressionante!
Per fare tutto ciò, però, sono stati fatti dei sacrifici non di poco conto quali le coppe.
Paradossalmente per tanti quegli addii sono stati una salvezza affinché la squadra possa dare il massimo ad ogni gara, riposando durante la settimana visto l’unico impegno rimasto.
E c’è da dire che per il momento questa scelta sta premiando l’umiltà di questi ragazzi comandati da un allenatore-motivatore. La sua politica del collettivo sta dando i frutti sperati, non ha mai apprezzato troppo le individualità e l’egoismo, il calcio si gioca in 11 e tutti devono essere importanti per la costruzione e la finalizzazione. Il gol di Marek ieri ne è stata la prova.
“La gioia collettiva è più entusiasmante e appagante della gioia individuale”: frase detta da Sarri in risposta ai colleghi di Sky, frase che sintetizza un modus pensandi perfetto per chi prima dell’”io” ci mette il “noi”.