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La sfortuna, la sfortuna se se…

Napoli-Sassuolo finisce 1-1. Altra serata amara per il Napoli e per i tifosi azzurri che ancora una volta non possono gioire al San Paolo. Fallito anche un possibile avvicinamento alla testa della classifica dopo la sconfitta della Juventus e terreno perso nei confronti delle altre pretendenti alla zona europea che nel weekend avevano tutte vinto. Settimo posto e Torino che raggiunge i partenopei.

Napoli che gioca bene, che tira 14 volte in più degli avversari (19 tiri contro 4) e che subisce poco o nulla. Quel poco che basta però per trasformare una possibile vittoria in uno scialbo uno a uno contro la squadra emiliana che veniva da 4 sconfitte consecutive e si trova in quint’ultima posizione.

Tante sono le parole che si spendono dopo queste partite ma tutte, match dopo match sono simili se non uguali:

“Gabbiadini migliora ma deve fare meglio. La squadra gioca ma non finalizziamo. Meritavamo di vincere. Bisogna essere più cattivi. Siamo immaturi. SIAMO SFORTUNATI!”

Io vorrei focalizzarmi sull’ultima frase. La sfortuna, il destino o chissà cosa di ultraterreno non permette al Napoli di portare a casa la vittoria in sette partite  di Serie A su quattordici e in tre di Champions League su cinque.

“Ci gira male” firmato Lorenzo Insigne, “Ci manca un po’ di fortuna” firmato Marek Hamsik, “Una partita sfortunata” firmato Maurizio Sarri.

La sfortuna non è la risposta giusta da dare ma un bagno di umiltà e una consapevolezza di poter e forse necessariamente dover cambiare qualcosa potrebbe essere la via giusta. O almeno provare a rendere una squadra inconcludente e prevedibile, un po’ più cinica, cattiva e con qualche variante in più.

Nascondersi dietro la malasorte non è la via giusta per darsi una vera risposta dei reali problemi del Napoli che si vedono sul campo e che non si vedono ma si percepiscono nella testa di allenatore e giocatori.

Cercare vie alternative, nella costruzione del gioco o nella ricerca del gol senza un bomber da 36 reti  a stagione sono le risposte che bisogna cercare e bisogna darsi al più presto prima di non perdere tutto perché in 4 giorni (venerdì con l’Inter e martedì col Benfica) il Napoli si gioca tanto (non solo dal punto di vista economico)  ed eventuali sconfitte non dovranno essere giustificate ed etichettate con “sfortuna”.

Troisi direbbe “la sfortuna, la sfortuna se se…” e a Massimo torto non gli si può dare.

Alessio D’Aco

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