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EDITORIALE – Da colapasta a bunker, quando un genio ed un drone possono partorire una nuova difesa

“Anno nuovo, vecchia difesa”, dicevano. I sei gol subiti contro Sassuolo, Sampdoria ed Empoli avevano giustamente creato, ad inizio stagione, qualche malumore di troppo e notevoli perplessità. D’altra parte innesti significativi non ce ne sono stati nel reparto arretrato e Giuntoli è finito quasi immediatamente su banco degli imputati. E Sarri? E il suo drone? A volte l’entusiasmo è più che proporzionale alle aspettative, cosa che rischia di portare una forte delusione in mancanza della realizzazione immediata di queste ultime.

I proverbi, però, sono antichi, quanto veritieri: perle di assoluta saggezza ancorate sul fondo di un mare chiamato vita. A tal proposito non si può non pensare ad uno dei più celebri: “il tempo è galantuomo”. Alla fine non si è dovuto attendere neanche troppo per osservare i risultati del lavoro del nuovo staff tecnico. Giocatori rigenerati, da Koulibaly a Ghoulam, passando per Hysaj e lo stesso Albiol. Dopo la gara con l’Empoli gli azzurri hanno disputato ben 8 gare, subendo solo 2 reti, contro Juventus e Fiorentina tra l’altro, non proprio le ultime della classe. Ancora meglio il Napoli ha fatto in Europa League: un solo gol subito in 4 partite. Un dato unico, che consente alla difesa azzurra di essere la migliore del torneo.

Che i partenopei potessero contare su un attacco atomico, era cosa ben nota, ma la difesa è la sorpresa più bella ed allo stesso tempo più importante. Infatti anche in trasferte come quelle di Carpi e Genova, nonostante le bocche di fuoco siano rimaste a secco, le retroguardia azzurra non ha concesso sconti, permettendo comunque di totalizzare punti importanti, che, come ha ammesso lo stesso Reina, sarebbero venuti a mancare in altre stagioni. Un valore aggiunto, che consentirà agli azzurri di navigare nelle zone nobili della classifica per tutto il campionato. Ecco, finalmente, la ciliegina sulla torta che tanto è mancata in questi anni.

 

 

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