Il tecnico del Napoli Antonio Conte ha parlato in conferenza stampa per presentare la sfida di domenica alle 12.30 contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini al Maradona. Queste le sue parole:
“Dopo la grande vittoria col Milan, c’è un’insidia mentale con l’Atalanta? “C’è insidia perché è una squadra forte, ha vinto l’Europa League battendo il Bayer Leverkusen che al momento non so quante partite aveva di imbattibilità. Gioca in Champions da anni, è una squadra che oggi va inserita tra quelle forti, senza dubbio. Merito al club, soprattutto a Gasperini che in tutti questi anni ha fatto un lavoro straordinario ed ho grande stima di Gian Piero che è stato anche mio allenatore. Quando ero alla Juve lui era tecnico della Primavera e quando avevo qualche infortunio chiedevo di giocare con la Primavera. Lo stimo molto, attraverso il duro lavoro ha ottenuto risultati, non vinci l’Europa League se non sei forte. Per quanto riguarda il livello mentale che dite, ma se sottovalutiamo questa partita, magari l’Atalanta potrebbe sottovalutarla visto ciò che è successo l’anno scorso e noi non facciamo coppe mentre loro stanno facendo bene in Champions, sono strutturati per giocare la Champions. Come vi ripeto ogni volta, chi non gioca coppe come noi è avvantaggiato forse perché si allena anche se siamo alla terza in una settimana, ma è lontano dalla struttura della rosa delle squadre di Champions”.
Come sta Lobotka? Soddisfatto di Gilmour?
” Stani sarà pronto per la prossima, siamo nelle fasi conclusive del processo di recupero. Non era solo un problemino in nazionale come qualcuno aveva etichettato, è ancora in fase di recupero e bisogna aspettare un altro po’. Alla prossima sarà a disposizione. Su Gilmour non avevo alcun dubbio, ve l’ho sempre detto. Era un mio cruccio, meritava di giocare, poi guardavi Lobo in partita e faceva prestazioni eccezionali. Il valore di Billy lo conoscevo, sta facendo molto bene e siamo contenti di averlo perché è giovane e potrà stare tanti anni nel Napoli“.
Ha accorciato il percorso, la squadra ha già la sua mentalità. Gli somiglia ogni giorno di più.
“Io parlo sempre di ‘lavori in corso’, non puoi pensare in 4 mesi di aver trasmesso tutto ciò che vorresti portare ai ragazzi. Ho trovato un gruppo disponibile, preparato a voler migliorare e questo è merito dei ragazzi che alleno. La disponibilità è alla base di tutto, sia dal punti di visto tattico che fisico e mentale, non è scontato e questo è riuscito ad accelerare il percorso, ma ripeto, mi auguro di essere smentito, ma in una situazione di costruzione hai bisogno di un determinato percorso e devi crescere per arrivare a certi livelli. Si può dire ciò che si vuole, ma la mia esperienza dice che questo percorso dobbiamo farlo e non pensiamo a salti troppo difficili. Non è così, altrimenti cadrebbe tutta la teoria del lavoro, sarebbe troppo semplice, magari sbaglio, e questo me lo auguro, ma dobbiamo tapparci le orecchie e lavorare. E’ un momento positivo, ma possono arrivare nella stagione momenti meno positivi e questo non ci deve allontanare dal percorso“.
Con l’Atalanta un’ulteriore verifica dopo Milano? Una gara potenzialmente da Scudetto?
“Non so se può essere definita da Scudetto, ma so per certo che anche l’anno prossimo cercheranno di entrare in Europa, loro ci sono già entrati dalla porta principale, il nostro obiettivo è di rientrare in Europa cercando di rubare l’idea ed entrare allo stesso modo dalla porta principale. Loro sono una realtà consolidata, da anni sono presenti nella competizione più importante. La squadra è cresciuta di stagione in stagione e l’Europa League ti dà consapevolezza, hanno costruito un percorso e continuano a farlo, potenziandosi. Per noi possono essere un esempio, hanno messo mattoni ogni anno, costruendo anche dopo cessioni importanti, come sono andati via anche a noi perché non dimentichiamo che abbiamo perso dei giocatori, non so se li perderemo ancora, ma sostituiti in maniera adeguata e loro con il lavoro sono competitivi. Grande merito a Gian Piero, ora sono conosciuti come una squadra forte, l’ho vista con l’Arsenal e posso dire che sono forti, non per incensarli, complimenti a loro e possono essere un esempio per noi perché dobbiamo fare degli step per diventare forti e puntare a cose importanti”.
Sulla difesa e sulla crescita di Kvara e Lukaku. Cosa devono fare ulteriormente?
“Alla presentazione parlai dei 48 gol subiti e non bisognava dare colpa soltanto ai difensori, così come oggi non bisogna dare merito solo ai difensori ma a tutta la fase difensiva, agli 11 giocatori che difendono. Tutti partecipiamo nelle due fasi, vedi anche il gol al Milan con una pressione alta, recuperiamo con McTominay, poi palla al centrale di difesa, che va in verticale ad un centrocampista ed in verticale all’attaccante, tocchiamo tutti e 3 i settori. Anche la fase difensiva la facciamo tutti insieme, non solo i 4 difensori ed il portiere. La squadra ha ritrovato quella voglia e quello spirito, ha ritrovato l’importanza dell’unione, così come nella fase offensiva. Mi preme sottolinearlo, non si danno meriti a giocatori o reparti, ma alla squadra in generale, siamo tutti coinvolti nelle due fasi. Siamo contenti, sarà un test importante anche a livello difensivo perché l’Atalanta ha il miglior attacco del campionato e faremo in modo di essere preparati ed organizzati anche se non è semplice contro di loro, il primo pensiero sarà di fare gol e poi di non subirlo, solo così puoi pensare ai tre punti“.
Lei ha detto miracoli non ne faccio, vincere quest’anno sarebbe un miracolo?
“Sono molto credente, anche praticamente, conosco solo una persona che è in grado di farli. Io prego sempre, anche per la squadra, che stia bene, oltre alla mia famiglia c’è anche una preghiera per i calciatori, lo dico con sincerità. Noi, la squadra ed il club possiamo andare uniti, compatti, per costruire qualcosa d’importante e che abbia durata nel tempo, poi si dice Dio vede e provvede. A noi non deve mancare ciò che dobbiamo fare, lavorare e metterci a disposizione, tutti, partendo dal cuoco, passando per il magazziniere per creare qualcosa di bello che può dare in un campionato dei punti in più. Non dobbiamo sbagliare niente su queste cose, non siamo nelle condizioni di poter sbagliare. Poi i miracoli calcistici ci sono sempre stati, ma devi lavorare per sperare accada, non basta pregare“.
l Pallone d’Oro a chi l’avrebbe detto?
“Lascio giudicare a chi lo deve fare. Ho altri pensieri, mica sto a parlare del Pallone d’oro”
L’asticella si alza dopo certe sfide, come si gestisce l’entusiasmo? Anche agli ingressi tanti tifosi dall’estero.
“L’entusiasmo deve essere benzina per noi, è positivo, sarò l’ultima persona a spegnere l’entusiasmo, dobbiamo cavalcare quest’entusiasmo, alimentarlo venendo qui ogni giorno e lavorando con un solo pensiero in testa per renderli orgogliosi andando oltre il singolo risultato. Io voglio che ci sia l’attaccamento, senso d’appartenenza, poi il risultato è relativo. A Milano sentirli cantare a fine partita ci deve riempire il cuore e dare forza nella difficoltà e nella fatica. Ci deve dare qualcosa in più per superare le difficoltà che ci possono essere, non smorzerò mai gli entusiasmi, devono essere con noi. Giusto sognare la cosa più bella per loro, ma in maniera realistica io devo dire che è l’inizio di un percorso per dare stabilità per Napoli, per il presidente e per i tifosi che meritano gioie“.
Sul sacrificio di Politano in fase difensiva.
“Matteo è stato il primo a lanciarmi quest’idea, mi ha detto ‘mister, se c’è bisogno in alcune partite di abbassarmi perché attaccano i 5 canali mi abbasso io” è stato anche lui. Sta facendo questo lavoro in maniera perfetta, ma l’ha fatto anche Ngonge in maniera perfetta col Lecce, poi in attacco abbiamo bisogno di giocatori tecnici, ma in non possesso contro squadre che attaccano i 5 canali, come ad esempio l’Arsenal che faceva abbassare Partey su Lookman e si formava una linea a 5, in Italia invece si abbassa un centrocampista, a volte l’Arsenal stesso abbassa Saka e Martinelli e gioca a 6, alcune cose sono sdoganate dal punto di vista tattico. C’è un’evoluzione, si attacca in un modo e si difende in un altro, io non chiedo a Matteo di abbassarsi se il terzino resta, proprio per questo parlavo prima di fase difensiva, non la fanno in 4 ma tutti. Ngonge ha caratteristiche simili, altrimenti poi devi abbassare un centrocampista”.
L’Atalanta gioca uomo su uomo esasperato, lei la porterà più sul piano qualitativo in costruzione per uscire con la palla o accetterà la gara fisica?
“Noi stiamo preparando il piano gara, con loro devi essere molto preparato, oggi siamo stati molto tempo, ho rotto molto le scatole ai calciatori per fargli capire alcune situazioni. La partita non va solo giocata, va preparata, va fatto vedere cosa accadrà. Dire siamo questi e che abbiamo i nostri concetti va bene, ma devono sapere cosa accadrà e se ti prepari prima riesci a trovare a o dare già delle situazioni. Quello qualitativo va a scombinare alcune situazioni, ma la preparazione in gare fisiche come queste e che danno grande pressione in ogni zona sono partite che devi preparare in maniera accurata e rompere tanto le scatole“.
Difficile ipotizzare in prospettiva un Napoli di Conte senza Kvara e Lukaku.
“Premetto che è stato un argomento anche di discussione nostro all’interno con i capi della comunicazione. Voglio chiarire che il Napoli vince, il Napoli perde, non c’entra niente mettere che Conte vince o che Conte perde. Capisco alcune situazioni, ma sono rimasto pure sbalordito ed interdetto dopo Inter-Juve, il titolo non era né sulla Juve né sull’Inter ma che io stavo godendo. Capisco questo ma concetto deve essere uno: noi vinciamo, noi perdiamo, anche il discorso di dare specifici meriti ad un giocatore o ad un allenatore per me è tutto sbagliato, mi dà molto fastidio e chi mi è vicino lo sa. Spero non ci siano più queste distinzioni, noi siamo un’unica cosa, facciamo bene o male tutti insieme. I meriti, che sono temporanei dopo soltanto 10 partite giocate, li dobbiamo dividere così come nella negatività dovremo assorbire tutti le critiche, ma mi auguro di no. Ma so benissimo che oggi Politano è l’emblema del non prendere gol e sono anche convinto che qualcuno dirà Politano sta troppo basso quando prenderemo i gol. Anche all’ambiente nostro, di Napoli, cerchiamo di essere uniti, compatti, dividerci i meriti dal presidente, ma poi per cosa i meriti che siamo alla decima giornata? Stiamo facendo le cose perbene e servono tutte le componenti per farlo. E’ una cosa che da un po’ ho qui e mi dà fastidio. Dobbiamo pensare al Noi, noi e noi!”.