Raspadori: “Una telefonata mi ha cambiato la vita. All’amore di Napoli non ti abitui”

    In una lunga lettera/intervista, Giacomo Raspadori si è confidato a Cronache di Spogliatoio. Al noto giornale sportivo, l’attaccante del Napoli ha rivelato tutte le emozioni vissute in questo primo anno al Napoli. Non mancano gli aneddoti sulle sue passioni che lo hanno plasmato e lo hanno reso il protagonista del terzo scudetto del Napoli e l’emozione della vittoria dell’Europeo. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione.

    Sull’Europeo: “Innanzitutto perché è stato un miracolo esserci, a quell’Europeo. Avevo una dozzina di presenze in Serie A e il dialogo con mister Mancini dopo la convocazione non lo dimenticherò mai. Lo definirei toccante. Mi ha fatto capire di avere una sconfinata stima nei miei confronti. Con lui ho compreso di essere arrivato a un certo tipo di livello. Mi ha dato consapevolezza in me stesso, mentalmente è stato colui che mi ha sbloccato. Quando a Sassuolo ho avuto momenti poco brillanti, Mancini non ha mai dubitato sul mio conto, garantendomi sempre minutaggio in Nazionale. Sono arrivato a Coverciano e i senatori mi hanno fatto sentire importante, sebbene non avessi fatto ancora niente. Era una dimensione diversa, ma i ragazzi ti lasciano senza fiato”.

    Sul trasferimento a Napoli: Se la mia vita è cambiata, lo devo anche a lui. E a una telefonata: quella con cui Spalletti e Giuntoli mi hanno spiegato perché avrei dovuto firmare con il Napoli. Ho avuto tutta la volontà nel mondo nel prendere questa decisione. Direi che ha pagato. In particolar modo, c’è un momento in cui ho capito che quella scelta era stata giusta al 100%“.

    Sul gol alla Juventus a Torino:La settimana successiva alla rete contro la Juventus a Torino al 93’, stavo andando a Castelvolturno per allenarmi. Mentre guidavo, c’era uno striscione che celebrava il mio gol. Mi sono venuti i brividi e mi ha fatto anche uno strano effetto. Siamo una squadra di ragazzi davvero semplici e tutto questo affetto ti mette quasi in soggezione. Quello dei napoletani è un amore a cui non ti abitui. Ti farà sempre effetto ricevere da tuo fratello la foto della mia immagine a giro per la città, o dai miei genitori su WhatsApp uno scatto in cui alcuni tifosi si fanno un selfie con la mia sagoma per le vie del centro.

    I festeggiamenti sono stati un emblema in giro per l’Italia e per il mondo. È un caso in cui puoi veramente dire: è stata la vittoria di tutti. Non sono mai mancate le motivazioni, neanche quando i punti di vantaggio erano tanti ed è più facile staccare la spina. Spalletti e il gruppo hanno saputo trovare da soli l’energia e lo stimolo per cercare qualcosa in più. Quando hai così tante persone attorno che spingono la squadra, venendo ogni giorno al campo d’allenamento, non puoi abbassare la guardia”.

    A chi ho rubato una mentalità potente? “Posso farvi un nome: Novak Djokovic. Irraggiungibile, quasi imbarazzante per la forza con cui approccia a ogni momento della partita. Sono un malato di tennis e 23 grandi slam non arrivano dal niente. Davvero, la mentalità di Djokovic penso sia imbarazzante. Ha un modo di rimanere concentrato durante ogni atto della gara che è impressionante. Non ho la conoscenza tecnica per valutare il gesto singolo, ma la costanza con cui riesce a gestire e performare nell’arco della sfida è impareggiabile”.

    Sull’affetto dei tifosi: “In poco tempo la mia vita ha accelerato: Europeo, Scudetto, il trasferimento a Napoli. La convivenza. Quest’anno, io ed Elisa, siamo andati a vivere insieme. Siamo in grande sintonia, ognuno ha i suoi compiti e se non vengono rispettati ci sgridiamo ahah! Ma siamo capitati bene, anche a livello di cibo tra Emilia-Romagna e Campania è una lotta all’ultimo piatto. Ogni volta che andiamo al ristorante, qui ti riconoscono, sanno chi sei e ti danno tutto l’amore di Napoli. Dal supermercato allo stadio. Una passione così, nel quotidiano, non esiste da altre parti. Tra una portata e l’altra, oppure al momento del conto, scatta sempre la videochiamata con l’amico o il parente da salutare. Il modo di vivere è diverso, sei immerso. Questo sport, in tante occasioni, ti può fare maturare tantissimo e nel modo giusto“.

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