Luciano Spalletti parlerà oggi in conferenza stampa, alla vigilia della gara tra Napoli e Salernitana, la gara che potrebbe ridare lo Scudetto al Napoli. Qui seguiremo in diretta la conferenza stampa:
Infine un messaggio: “Se domani dovessimo vincere lo Scudetto, bisogna saper essere vincenti nei festeggiamenti, nei bambini, nei figli, e se qualcuno farà qualcosa che mette a rischio la partecipazione alla festa Scudetto, soprattutto dei bambini, fa una cosa scorretta. Per cui, dobbiamo aver buon senso e capire cosa si può fare o meno, perché per quello che si fa potrebbe capitare a noi. Se succedesse questa cosa qui, dobbiamo saper festeggiare”
Kvara sa calciare le punizioni, Zielinski sa calciare le punizioni, Raspadori sa calciare le punizioni, perché Kvara usa l’effetto e potenza, Osimhen usa la potenza. Rispondere a lei è difficile, perchè mi fa domande particolari che mi trovano impreparato”
Dopo la vittoria di Torino ha dovuto dire qualcosa o ha parlato poco? La sta sorprendendo il lavoro di Paulo Sousa, quale è l’insidia nella sua squadra?
“Io non so a cosa si riferisce sei avessi dovuto dire qualcosa in più o in meno. Mi sembra un paio di volte di essere andati davanti alla squadra, ma bisogna avere chiaro cosa bisogna dire; poi, si analizza la gara precedente, si analizza anche il nostro ambiente, perché se si vive in una città come Napoli vivi in simbiosi con l’ambiente, e abbiamo fatto dei discorsi diversi. Paulo Sousa è una persona colta, sa molte lingue, ha girato il mondo, ha cultura calcistica e per quello che sta facendo vedere è evidente che sa dove vuole portare la squadra, sa come far giocare la sua squadra. Io conosco De Sanctis, conosco la sua qualità di professionista serio, ho sentito parlare di Iervolino, un presidente emergente con grandi idee. Ma, al di là dei discorsi sul rinvio, domani è una gara difficilissima e dobbiamo superare questi ostacoli alti, queste montagne rocciose che vanno superate in tutti i costi., Le insidie ci sono in tutte le partite, ma ci sono in ballo altre cose che avrebbero fatto sembrare così la partita, così difficile: squadra salva, non salva, che hanno una moralità salva in questa squadra”.
“Sono alla ricerca di qualche cosa da poter raccontare ai figli, ai nipoti, a quelli che sono vicinissimi a me. Per poter raccontare delle cose particolare, eccezionali, bisogna vivere storie eccezionali, e se saranno bravi, questi ragazzi potranno raccontare questa storia. I miei giocatori sono persone umili, disponibili ad ascoltare, dicono la loro, ma da allenatore mi ha sempre fatto piacere è vedere un gruppo di amici così. E’ questo che mi rende molto orgoglioso”
Lei è un uomo solo. Come la vive?
“Io non sono mai solo, dalla colazione con Ciro ai calciatori. Io non sono mai solo. Prima si diceva che da tutte le parti si è lottato per vincere, non ci siamo riusciti, ho allenato squadre forti, non so se tanto forti da vincere, ma ho avuto un bel trascorso, nonostante qualcuno mi rinfacciasse che non avessi mai vinto. Ma se quest’attesa, i fallimenti da altre parti mi hanno portato qui a festeggiare quasi con Napoli e questo club, mi va bene così. Ma dobbiamo aspettare ancora per festeggiare quella roba”
Lei ha detto che ascoltava Pino Daniele. I pre festeggiamenti hanno fatto capire la maturità dell’ambiente. Ci sono troppi luoghi comuni su questa città?
“Napoli è energica, è folle, si pensa che sia una città teatrale, poco vera e molto cinematografica, fatta di cose non vere, non reali. Invece, io la vedo all’opposto: queste cose qui sono vere, reali, che i napoletani vivono e ricercano in maniera profonda. Queste qualità di saper mandare messaggi facendo spettacolo è un esempio: ma dobbiamo parlarne in maniera profonda”
L’uomo Spalletti che percepisce nell’animo questa esperienza e il legame che si è creato con la città?
“Il campionato non è ancora finito, per cui non so la reazione a un goal che ci porterebbe la traguardo. Quelle sono emozioni estreme che non possono essere previste, per cui guardiamo le reazioni a gola di Raspadori a Torino, io non ho detto nulla, non ho esultato. Vediamo se gli altri riusciranno a farlo”
E’ emozionato per domani?
“Si, mi emoziono, ho paura se ripenso a dove sono partito, a dove sono passato, e domani sarà ancora di più. Però, queste cose qui fanno la differenza, perché ci sono cose per cui è belo vivere e traguardi da portare a casa in ogni costo e domani è una sfida che va vinta: sono emozionato, ho un po’ di paura, ma siamo diventati quelli che sanno che se non si vogliono vivere certe emozioni, allora non puoi fare il calciatore. e E siccome le vogliamo vivere, dobbiamo fare una grande partita”
Vittoria dopo l’egemonia di Juve e milanesi?
“E’ dal 2001 che non succede ad un’altra città, è un valore in più per questo campionato fatto dai ragazzi. Ma vediamo se siamo bravi anche nello strappo finale”.
Si aspettava di lottare per lo Scudetto?
“Io parto sempre per il massimo, io penso di aver avuto a che fare con i dei calciatori forti; qui ci sono ragazzi che percepiscono l’umore di chi gli sta intorno, e alle volte avere entusiasmo ti fa andare anche più forte negli allenamenti. Quelli che i ragazzi hanno costruito partita dopo partita si vede anche qui, perché oggi ne siete molti più del solito, dunque percepite il momento. Dunque, io devo cercare di trasmettere questa fiducia, questo entusiasmo, e lo puoi fare dolo se pensi bene, correttamente di loro: io ho sempre puntato al massimo, poi c’è qualcuno che ti fa fare brutta figura se non raggiungi certi traguardi, ma se hai dato il massimo, usando tutto il tempo possibile per la squadra, perché se uno vuole bene a una persona, lo stabilisce il tempo, e io ho dedicato tantissimo tempo al questa squadra. Per cui, io ho dato il massimo al Napoli, con i calciatori, e ciò è avvenuto sua quai che ad altre squadre, perché poi io, se non dedico il tempo che ho in totale, sono insoddisfatto. Anche quando ho le mie ore libere, magari mi riguardo certe azioni per vedere certi dettagli: poi, magari non raggiungi nessun trofeo, ma insomma tutto dipende dalla mole di lavoro che si ha”
“Anche con i pensieri dobbiamo stare qui, a Napoli, sul golfo, i colori. Io mi ricordo che la prima volta che mi ha chiamato il Napoli, che l’ho detto ai miei figli, loro erano contenti come tifosi azzurri, e mi hanno detto che a Napoli non si può non andare, bisogna vincere. Pii magari non ci si riesce, perché il Napoli ha avuto grandissimo giocatori e grandissimi allenatori, con un gioco meraviglioso, ma ora noi dobbiamo vincere, anche perché vedo che se non si vince c’è malcontento”
Nel finale con la Juve si è vista una fame particolare. E’ quella la mentalità giusta, di non smettere mai di attaccare?
“Non lo so, a me è sembrato che la squadra, dal punto mi di vista e dei dati che sono indicativi, che abbiamo fatto bene anche nel primo tempo: li abbiamo pressati alti, anzi nel secondo tempo, quando sono entrati Di Maria e Chiesa, ci siamo raccomandati per le loro ripartenze, l’aspetto più difficile quando si attacca. Noi, per qualcuno, siamo stati troppo aggressivi anche con il Milan, dove abbiamo perso la palla, e in quei casi bisogna pedalare per vedere chi arriva prima sulla palla, se non le riesci a prevenire con la difesa, a volte ci arrivano gli altri. Nella gara di Torino, abbiamo rischiato per qualche ripartenza, ma bisogna rischiare quando vuoi giocare così: ad esempio, il goal di Kvara con l’atalanta nasce da un pressing immediato forte, perché quando si recupera palla nella metà campo avversario bisogna chiudere subito l’azione. Abbiamo fatto gola subito con l’Atalanta, abbiamo vinto una grande gara contro di loro e tante altre, perché i numeri di questo campionato, delle vittorie, saranno difficilmente replicabili. Se più, gli avversari sono Leao, Chiesa e Di Maria, di rischia: qualcuno dove che non si vede il calcio, ma noi pressando alto abbiamo segnato tantissimo, per cui si vuole solo deformare una strategia che ha portato dei risultati”
Nelle parole di Allegri a fine partita e di Sarri che ha detto che vorrebbe rinviare la festa Scudetto ci legge invidia? E così difficile fare i complimenti a chi vince?
“Non lo so. In primis, non rispondo ad Allegri né a Sarri, ma il nostro cammino ce lo siamo conquistati da soli, ci siamo conquistati l’amore dei tifosi e in queste ore dobbiamo pensare a loro, non a noi stessi, perché è giusto che loro vedano un gruppo di giocatori seri, che danno tutto, perché i tifosi sono stati importanti nel nostro percorso per avere un finale così emozionante”.
Elmas è felice e ha detto che domani vincerete sicuro. Che cosa ha detto ai giocatori?
“Non so se gioca Elmas dopo queste parole, ci penserò. Speriamo abbia mandato un bel messaggio, che gli altri lo abbaino capito e che domani si vinca. Noi non vogliamo sbagliare la volata finale, ma non dipende solo da noi; c’è Inter-Lazio che va giocata e io non auguro a nessuno di perdere. L’odio verso gli altri non è uno strumento per difendere quello che amiamo: noi sappiamo di avere una partita importante domani, ma so che potrebbe non essere determinante, e dunque dobbiamo fare quello che facciamo sempre”
Siamo all’ultimo chilometro e a che ciclista è paragonabile al Napoli?
“Ci sta il paragone della volata finale, perché dopo aver condotto una gara davanti a avversari più forti, dobbiamo farci trovare pronti per la volata. I nostri giocatori sarebbero dei bravi ciclisti per come corrono, perché vanno da soli, ma se tutti hanno esaltato il nostro gioco vuol dire che siamo più forti insieme. La nostra squadra è più forte tutti insieme, non nella somma delle individualità”
Il presidente della Salernitana si è lamentato del rinvio, Sarri ha detto che tutti si aspettano la sconfitta. Che dice?
“Noi non abbiamo affidato al prefetto o al fato il nostro campionato, la nostra idea di gioco e la volontà di rendere felici i tifosi, che ci hanno aspettato domenica a notte fonda in aeroporto per veder passare il pullman. Noi come squadra non abbiamo fatto nulla, anzi abbiamo dovuto modificare il lavoro settimanale, e dobbiamo accettare la decisione, perché, per quello che vediamo, è un rinvio legato alla sicurezza, Anzi, se domani dovesse succedere quello che potrebbe succedere, dopo farò un discorso sulla sicurezza, ma è un discorso non certo, eventuale. La squadra non deve modificare nulla e per quello che è la voglia dei ragazzi, faremo la nostra partita. Non so se basterà, perché la Salernitana è forte, non perdono da 8 partite, conosco bene il loro tecnico, lo apprezzo, lo conosco e lavora bene sul campo. A vederli da fuori, si vede una società che guarda al futuro, Iervolino sta facendo bene, la città di Salerno vive di calcio, per noi sarà una gara difficilissima. il rinvio ha motivato i nostri avversari, ma domani faremo quello che avremmo fatto oggi”
Che cosa penserà a letto prima di dormire?
“Affrontiamo una sfida estrema, come lo sono state le ultime. Se le affronti nella maniera giusta, hai una grandezza differente: è una gara difficile per noi, per la città, perché volevamo giocare in questo clima da tanto tempo., ma dobbiamo viverle come sempre. Dobbiamo avere le idee chiare su come giocare e su come arrivare alla partita”
Dopo la vittoria di Torino, tutti hanno cambiato la routine. Come è cambiata la sua settimana? HA INFLUITO IL RINVIO?
“Noi sappiamo da tanto tempo quale deve essere la nostra direzione. non dobbiamo fare inversioni sul cammino della nostra strada, dobbiamo proseguire diritto, poi ci sono delle cose che stanno al di sopra di noi e che non possiamo controllare, ma che ci controllano. E ci adeguiamo, però noi saremo pronti a giocare la partita domani, saremmo stati pronto anche oggi, con le forze che abbiamo e non, per cui vogliamo solo giocare domani e basta”.
“Scusate, ho fatto tardi. Buonasera a tutti”.
Inizia la conferenza