L’edizione odierna de il Corriere dello Sport ha fatto il punto sulla gestione societaria di Aurelio De Laurentiis. Secondo il quotidiano in questo mondo del football contemporaneo, in cui imperversano gli sceicchi, i fondi, le multinazionali, De Laurentiis ha offerto linee-guida da rispettare senza mai rinunciare a farsi un giro sulla giostra. La capolista della Serie A, che poi sarebbe anche la leader del girone A di Champions League, quest’estate ha vissuto la propria crisi esistenziale. Ha sentito sgretolarsi il terreno della credibilità sotto i propri piedi. Se ne sono andati uno dietro l’altro Ghoulam , Insigne, Mertens e Ospina a parametro zero. Ha accantonato i 40 milioni di Koulibaly , i 23 di Fabian Ruiz i 4 di Luperto, i 2,5 (più 14 per il riscatto) di Petagna e poi li ha lanciati sul mercato. 2,5 per Simeone (e con riscatto libero), 5 per Ostigard, 10 per Kvara, 12 per Olivera, 13 per il riscatto di Anguissa, 18 per Kim, 30 per Raspadori. Per sistemare la differenza tra spese e incasso, è stato sufficiente intervenire sul monte-ingaggi, riducendolo di un 30%,