L’edizione odierna de il Corriere dello Sport si è soffermato sul probabile ballottaggio tra Zielinski e Fabian Ruiz per il match di oggi. Secondo il quotidiano Zielinski è l’incrocio sublime e disperato tra la genialità e il rimpianto, in quelle conversioni che strappano miagolii agli avversari o nelle pause che lasciano abbaiare Napoli alla luna. Nelle sue duecento-sessantanove esibizioni la domanda più ricorrente, è ondeggiata intorno a quella discontinuità già scorticata dal suo ex ct Jerzy Brzeczek. Questo afferma che credo sia tra i migliori in giro e quando gli scatterà qualcosa in testa, sarà un giocatore che tutto il Mondo invidierà. Napoli-Udinese è la sua partita, l’inizio di questi undici anni italiani, avviati in Friuli con l’intuizione di Andrea Carnevale che lo scovò in Polonia. E poi illuminati dal 2015 in una città ch’è riuscito egualmente a conquistare. Udine, però anche l’Udinese, per Fabian Ruiz sono frammenti della sua esistenza, l’emozione vibrante del primo gol con il Napoli e poi con quel suo sinistro che in quello stadio, la Dacia Arena, il 30 giugno serve ipotecare l’Europeo Under 21 e per ritrovarsi sommerso dall’investitura di Mvp d’un torneo nel quale sparge la propria autorevolezza in un’andatura ciondolante, capace di ispirare paragoni ingombranti con Redondo, d’elevarlo a poliedrico interprete d’un ruolo tridimensionale, che adesso sta andando di nuovo alla ricerca della sua dimensione, nella Nazionale di Luis Enrique, dalla quale è malinconicamente scivolato via. Zielinski o Fabian sa di spreco, è il luccichio d’una idea teneramente sgargiante, la rappresentazione calcistica dell’oro di Napoli.