Ormai il Napoli è caduto in una crisi nera, i cui fattori determinanti sono diversi: la spaccatura tra i 5 senatori e la società, un allenatore che non ha ancora dato (dopo un anno e mezzo di lavoro) un’identità alla squadra e che, probabilmente, non è più seguito dalla squadra.
Ci ritroviamo a novembre, quindi, con una stagione già largamente in discussione e con degli obiettivi che sono stati già rivalutati: il Napoli deve puntare ad andare il più avanti possibile in Champions e deve centrare (assolutamente) almeno il quarto posto in classifica.
Come uscire da questa situazione? Il calcio ci ha insegnato che in alcuni momenti si deve mettere il curriculum da parte e si deve agire per ricreare stimoli: Ancelotti, nel caso fallisse la qualificazione agli ottavi di Champions, andrà esonerato.
De Laurentiis ha, fino a questo momento, espresso la sua completa fiducia nei confronti del mister emiliano, asserendo che “se fosse per lui, lo terrebbe a vita”.
Sì, belle parole senz’altro, ma i risultati contano più delle dichiarazioni.
Ancelotti non è l’unico colpevole di questa disfatta: i cinque senatori hanno una bella fetta di colpe dalla loro parte. L’ammutinamento è stato causa di una spaccatura insanabile, ed è per questo che nelle prossime finestre di mercato saranno (quasi) tutti allontanati dalla squadra.
La stagione deve essere salvata nel presente, questo è negli interessi di tutto: bonus di qualificazione, vetrine importanti e, nel caso di Ancelotti, non un completo fallimento.