Home Copertina Il Mattino: “Superlega, ADL ci prova! Il Napoli rischia di restarne fuori”

Il Mattino: “Superlega, ADL ci prova! Il Napoli rischia di restarne fuori”

Aurelio De Laurentiis

Segui il denaro, e capirai tutto. Anche dove va il calcio. Facile: è lanciato verso la Superlega e ad Amsterdam, in queste ore, si capirà a che punto il progetto è in stato di avanzamento. De Laurentiis è lì. Con l’ ad Chiavelli al suo fianco. Sono ore di febbrili trattative e di fitte trame: se la rottura con la Uefa ci sarà, il Napoli ha già scelto da che parte stare, ovvero quella del supercampionato europeo che i top club hanno in mente di far partire dal 2024. Ma il cui posto, per il Napoli, non è così sicuro. «Il Napoli dell’ era De Laurentiis ha dimostrato di essere la quarta realta calcistica italiana con i suoi 40 milioni di tifosi certificati in giro per il mondo. Chi sarà preposto a prendere certe decisioni, farebbe un clamoroso autogol se non tenesse in conto i nostri risultati sportivi ottenuti in questi ultimi 10 anni», disse il presidente del club azzurro in una intervista al Mattino lo scorso gennaio, mostrando i suoi timori.

IL PIANO La Uefa vuole blindare la Champions attuale e il suo format messo assai a rischio dal piano dell’ Eca. D’ altronde, persino l’ idea di Infantino, presidente della Fifa, di organizzare un Mondiale per club a 24 squadre da tenersi ogni due anni ha visto la bocciatura di Ceferin. Peraltro, la stessa Eca vede con grande favore un Mondiale per club con un format diverso a quello attuale, magari con la partecipazione di 8 squadre o 16, con la prima edizione da tenersi nel 2021. Insomma, altri soldi per i top club. Per capire dove vanno i grandi club, bisogna seguire il denaro, c’ è poco da fare: l’ Eca, l’ organizzazione che riunisce 232 club del continente, dal 2017 guidata da Andrea Agnelli, ha un piano segreto di cui si parla da tanti anni ma che sta per uscire allo scoperto, ovvero una riforma che porterà i campionati nazionali a essere giocati durante la settimana e la Superlega il sabato e la domenica. Di un campionato europeo ha parlato da anni De Laurentiis, motivo per cui ha sempre puntato all’ incremento del ranking Uefa proprio per aumentare il proprio potere in seno all’ Eca. Il Napoli adesso è al 14esimo posto e pretende di far parte dei giganti d’ Europa. Anche perché la sua forza è lo stadio «virtuale»: i milioni di tifosi sparpagliati ovunque, dall’ America alla Cina. In questo momento, però, Juventus, Milan, Inter e persino la Roma sono avanti al Napoli. Ed è la presenza della Roma a non essere compresa da De Laurentiis. Il piano svelato in queste ore prevede 32 partecipanti alla Superlega, divise in 4 gironi da otto squadre. In pratica, la serie A si trasformerebbe in una specie di campionato di serie B, da giocare nel tempo libero a cavallo tra una gara internazionale e un’ altra. Vero clou degli interessi economici.

OPPOSIZIONI Le riforme che cambierebbero radicalmente l’ organizzazione del calcio europeo difficilmente otterranno l’ ok della Uefa. Il piano prevede anche partite della nuova Superlega da giocare di pomeriggio, in modo tale da essere viste anche in Asia. La Uefa, per provare a frenare, avrebbe già dato la propria disponibilità a giocare qualche gara di Champions all’ ora di pranzo. Ma impensabile che si possa fare durante la settimana. I responsabili della Bundesliga e della Liga spagnola hanno già alzato il muro contro i progetti dei loro top club ma è chiaro che va trovata una intesa perché Juventus, Bayern. Barcellona, Chelsea e così via sono intenzionate, nel caso, a organizzare per loro conto una Champions.

IL PIANO NAPOLI De Laurentiis vuole entrare a far parte della top 32. E il Napoli ne ha i titoli, guardando gli ultimi dieci anni: sempre in Europa, sempre in crescita, con tifosi ovunque. Il fatto, poi, che il numero uno del club azzurro sia dal 2017 presidente del Gruppo di lavoro Marketing e Comunicazione dell’ Eca dà anche la misura dei buoni rapporti che ci sono con i grande padroni del calcio europeo (il Napoli ieri sera con un tweet ha spiegato che Adl aveva presieduto i lavori della commissione). In queste ore si capirà se il piano dell’ Eca decollerà e il ruolo dell’ Uefa. Di sicuro, ad Amsterdam il calcio smetterà ancor di più di essere uno sport per essere solo un grande affare. Per pochi.

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