Carlo Ancelotti ha fatto visita a “La Libera Università Internazionale degli Studi Sociali”. Il mister ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti la propria avventura come allenatore del Napoli:
Il Napoli è vicino al suo limite di crescita? Si può fare il salto di qualità?
“Nell’ ultimo periodo il Napoli è stato al vertice del campionato italiano, ha sempre giocato la Champions. Ci sono squadre che vincono ed altre che sono vinte, gli azzurri negli ultimi dodici anni hanno fatto passi da gigante restando al top d’Europa. Questa squadra è molto vicina al raggiungimento di un risultato sportivo importante. Siamo una società sana, che investe in base a ciò che dispone rispettando delle regole. Io ho accettato Napoli perchè condivido questo progetto. Concordo sulla politica di investire su calciatori giovani. I risultati arriveranno… siamo vicini”.
Che calcio ha trovato al suo ritorno in Italia?
“Il calcio italiano è conosciuto per l’aspetto tattico, qui i sistemi sono molto diversi per cui una volta giochi contro un 4-4-2, altre con cinque dietro… serve essere molto attenti. A livello tecnico resta di ottimo livello ma sulle infrastrutture e sull’ambiente siamo indietro. Ci sono sussulti, ignoranza, insulti che all’estero sono assenti. In Francia ed Inghilterra non ho mai ricevuto insulti”.
Campionato più difficile da allenatore?
“E’ difficile dirlo, ogni campionato ha certe caratteristiche. In Spagna si gioca, c’è possesso. L’Italia è più tattica. In Inghilterra, Francia e Germania c’è molto ritmo. Una volta i ruoli erano più definiti. Ora l’attaccante deve anche difendere, il portiere se sa giocare con i piedi è meglio ma l’importante è che deve parare! Oggi tutti cercano di costruire da dietro. Oggi i difensori centrali ed il portiere sono quelli che toccano più palloni ma c’è qualcosa che non quadra, se voglio attaccare devo stare nell’altra metà campo. Io cerco un calcio all’antica, qualche lancio in più, io credo nel palla lunga e pedalare. Oggi se dici questo ti stracciano il cartellino”.
E’ vero che è stato contattato dalla Nazionale prima del Napoli?
“L’anno scorso ho avuto un colloquio con la Nazionale, ma a me piace stare sul campo tutti i giorni ed ho espresso loro il mio desiderio. Infatti il giorno dopo ho incontrato i dirigenti del Napoli ed abbiamo trovato un accordo velocemente.
Come si motiva un gruppo di giocatori?
“L’ aspetto psicologico è quello più complicato. Motivare chi gioca di meno è difficile. Tutti vogliono giocare ma ne puoi mettere undici e quelli sono contenti, gli altri invece fingono. Il giocatore professionalmente migliore è uno a cui non devi dire molto”.
Difficile cambiare la mentalità alla squadra dando una nuova idea di gioco?
“Ho trovato una squadra che conosce tante cose come il movimento della linea difensiva o certe situazioni del possesso palla. Il 4-4-2 da più vantaggi dietro. Ma non ho mai imposto nulla, i centrocampisti da Hamsik a Callejon passando per Allan mi hanno dato tutti disponibilità. Se non imponi i giocatori ti danno qualcosa in più anche se nuovo”.
Qual è stata la sua miglior esperienza tra le squadre che ha allenato?
“A livello di pressione il club numero uno è stato il Real Madrid ma non c’è stata un’esperienza migliore… nessuna è la migliore. Se devo fare una classifica la faccio in base alla permanenza. Sono stato al Milan 8 anni, voglio battere questo record con il Napoli!”.
Su questa battuta standing ovation dei tanti studenti tifosi del Napoli presenti alla LUISS!
Nelle partite importanti chi mettere?
“Tutti le sentiamo molto, non si deve mettere troppa preoccupazione, l ansia e la paura frenano non la preoccupazione”.
Come si toglie l’ansia?
“Se faccio un esame dove non sono preparato mi sento spaventato, ma se sono preparato non ho paura. Però se dico ad un giocatore di marcare Messi lo spavento, quindi bisogna spiegare in modo costruttivo senza esagerare”.