A tutto Ancelotti: “Amo vivere a Napoli e ci voglio vincere, Insigne e Sarri? Su di loro ho le idee chiare. Questo ciò che penso sul turnover”

Carlo Ancelotti, tecnico del Napoli, ha appena concluso una lunga intervista dinnanzi alle telecamere de Il Mattino che ha prontamente tramesso in diretta l’intera chiacchierata sul proprio canale Facebook:

Quando decido la formazione? Dipende da diversi fattori, a volte sono certo degli undici titolari già il giorno prima, altre volte addirittura decido la mattina stessa della partita. 
Con il PSG, per esempio, ero già certo della squadra che avrei mandato in campo ad eccezione della punta, sciogliendo ogni dubbio solo mercoledì mattina”. 

Rinnovo per sei anni? E’ una diceria dovuta ad una bella chiacchierata che mi feci con il presidente ad Ischia. Stavamo ridendo e scherzando, al che dissi ad Aurelio che se mi avesse proposto un contratto di sei anni io avrei firmato subito; probabilmente ora sta facendo sul serio, ma vedremo…”. 

Paragoni con Sarri? Non mi intimoriscono ma non mi danno nemmeno fastdio. Maurizio qui è stato amatissimo sia come uomo che come allenatore e lo si percepisce ancora. Rispetto ai primi due anni, il terzo di Sarri è stato veramente perfetto: si imponeva in tutte le partite e le vinceva quasi tutti. Mi fa piacere raccogliere la sua eredità soprattutto perché eredito un gruppo che già si conosce e sa cosa vuole“.

Qualificazione Champions nelle nostre mani? Non abbiamo paura di giocare queste partite, abbiamo fatto già due miracoli e non vedo perché non credere anche nel terzo. Col PSG in casa dovremo mettere tutti noi stessi e sperare che il pubblico ci possa spingere ulteriormente. 
E’ vero, la carica del San Paolo è forse ineguagliabile ma alla base deve esserci una squadra che sa quello che deve fare; il giusto mix può veramente aiutarci”. 

Dominio delle squadre del nord? E’ ora di riportare lo scudetto a sud di Roma, cioè solo a Napoli. Dispiace molto che in Italia ci sia questa grossa frattura, ma tutto è dovuto dal fatto che nel calcio come in altre cose gli investimenti vengono fatti solo nel Settentrione”. 

Cambio mentalità in Champions? Quando le cose non vanno bene, vanno fatti cambiamenti. Se poi hai una squadra che ti segue e si fida di te, diviene tutto più facile. 
Dopo la sconfitta con la Juve, per esempio, abbiamo fatto una grossa inversione di tendenza, perdendo quell’iniziale timore degli avversari e imparando ad imporci”. 

Ampio turnover con il Napoli? Ammetto che qui sto facendo il turnover più ampio che abbia mai fatto, ma c’è un motivo: se ruoto molti giocatori nei rispettivi ruoli è perché i valori degli stessi si equivalgono e dunque non sconvolgono il valore medio della squadra che scende in campo.
Se hai un Ronaldo, per esempio, eviti di ruotarlo perché sai che chi lo sostituisce non è alla sua altezza“.

Come mi trovo in città? Molto bene, anche quando sono in giro. Il senso che questo popolo dà al calcio è nettamente superiore ad altri contesti. Qui si vive di calcio e se la squadra va bene tutto il contesto diviene più allegro, felice e spensierato nonostante i problemi.
Napoli com’è è diversa da come sembra a chi osserva da fuori e solo se hai vissuto a Londra, Madrid e Parigi capisci il vero senso della vita partenopea”. 

Ritorno di Meret? Circa quindici giorni, ma non c’è fretta. Perché affrettare un ritorno se a breve c’è la sosta?”

Insigne top player? Sta facendo benissimo, segna molto e cambia le partite, è un primo attore in Europa“.

Stadi italiani e stadi europei? E’ questa la vera arretratezza del Bel Paese rispetto al resto del continente, non tanto i giovani talenti come Insigne, Bernardeschi e Barella. 
In tutte le altre nazioni europee gli stadi sono pieni perché la gente va con le proprie famiglie per trascorrere una giornata all’insegna dello sport e di tante altre attrazioni“.

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