Il Napoli, ormai, sa solo vincere. Dopo le due vittorie consecutive contro Fiorentina e Torino è arrivata, mercoledì sera, il terzo successo di fila, avvenuto contro il Parma. Niente male, dunque, per la quinta squadra del campionato (griglia de La Gazzetta dello Sport).
Attaccanti girevoli
Tralasciando i velleitari giudizi di larga parte dell’eminentissima stampa italiana, è importante analizzare anche i minimi dettagli di un gruppo che, grazie alla mano di Ancelotti, sta superando i propri limiti, giornata dopo giornata.
Limiti da intendersi, ovviamente, come approccio tattico. Confermato il 4-4-2, contro i gialloblu Re Carlo toglie i famosi 4 attaccanti (Mertens-Insigne-Verdi-Callejón) ed inserisce 4 centrocampisti, con il solo Insigne a sostegno di Milik in attacco.
Grazie all’invenzione del tecnico emiliano, il Napoli trova facilità disarmante di palleggio, grazie alla qualità dei tocchi di Ruiz e Zielinski tra le linee e gli immediati recuperi palla di Diawara e Allan, schierati da schermi dinanzi alla difesa.
In particolare, la catena di destra (formata dall’asse Fabián-Malcuit) è la vera sorpresa: lo spagnolo è a suo agio nel nuovo ruolo, dove può divertirsi negli inserimenti tra le maglie parmensi e duettare con il terzino francese, lieta scoperta di serata.
Assedio arrembante
La cronaca della partita è addirittura superflua, data la superiorità schiacciante del Napoli (65% di possesso palla, 20 tiri verso la porta) che non ha lasciato alcuna briciola. I meriti sono molteplici: concentrazione e mentalità in crescita, certamente, ma anche scelte tecniche tanto forti quanto decisive.
Carlo ha usato, fin’ora, ben 20 elementi della rosa, alternandoli di continuo in varie posizioni (nessun calciatore, eccetto i difensori, ha giocato in un solo ruolo). E se all’inizio pareva deleterio, col tempo si sta rivelando il pregio più importante del nuovo Napoli.
Povero Eilsed
Il focus sul singolo è ora dovuto. Già, perché Napoli-Parma è stata la gara d’esordio di Kevin Malcuit, nuovo terzino destro azzurro. Arrivato dal Lille in estate per 12 milioni, il francese ha dimostrato qualità già spiccate e un carattere da titolare aggiunto.
Oltre ad alcune incongruenze tattiche (e ci mancherebbe, per Kevin era pur sempre il primo match) con il resto della difesa, i ritmi offensivi sono encomiabili. La spinta dell’ex Lille è stata un moto perpetuo, inarrestabile.
Di questo ha beneficiato anche Ruiz, che ha potuto concentrarsi sul gioco nello stretto accanto a Milik, liberando lo spazio ai cross precisi al millimetro ed alla tecnica del nuovo arrivato. E se questo è solo l’inizio, un solo pensiero incombe: povero Hysaj.
Il senso geometrico
Sicuramente non si possono cantare inni di lode al Napoli per questa vittoria, sia chiaro. Ma per le nuove conoscenze tattiche che sta assumendo, forse si può fare un’eccezione.
Gli azzurri continuano a migliorare grazie a ordine e disciplina al servizio della qualità. Tanti centrocampisti e tutti con identità e tecnica fuori dal comune. Tutti con le misure esatte del campo nel DNA: da Hamsik a Zielinski, passando per Ruiz.
Perché se non ci sono più triangolazioni in due metri o la linea difensiva sullo spicchio del centrocampo, Re Carlo ha portato ai suoi pretoriani nuove conoscenze, che hanno riportato in auge quel tanto ricercato senso geometrico del gioco.