Ieri sera il Liverpool di Jürgen Klopp ha staccato il proprio pass per la finale di Kiev, la Roma nonostante una prestazione meravigliosa che l’ha portata a sfiorare una nuova impresa si è dovuta arrendere allo strapotere offensivo dei reds, e forse di un’andata in cui l’inesperienza l’ha fatta da padrone.
Avremmo preferito parlare di tutto ciò, dell’unico e sano sport, ma ancora una volta la cronaca ci offre altro: dopo i vergognosi scontri della settimana scorsa che hanno portato un tifoso degli inglesi, Sean Cox, in fin di vita, un “tifoso” romanista, se così si può definire, ha mostrato a fine partita con toni irrisori la foto della vittima al settore ospiti.
Un atto squallido, che ricorda purtroppo precedenti a cui una parte della tifoseria giallorossa aveva già abituato: tante infatti nel corso di questi anni le prese di posizione a favore di Daniele De Santis, che nel 2014 fu autore dell’omicidio di Ciro Esposito, il tifoso partenopeo che fu preso poi di mira dagli spalti dell’Olimpico quando ancora lottava tra la vita e la morte.
Il calcio è altro, o meglio l’umanità è un’altra cosa, queste sono bestie da radiare se si vuol sperare in una crescita in questo ambito.
È ora di dare l’esempio.
