“Siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo: è la qualità più bella di un rivoluzionario”. Potrei iniziare da qui, da queste frasi: perché di ingiustizie ne abbiamo avute tante in questi anni, dal “Vesuvio lavali col fuoco” passando al solito “Noi non siamo napoletani” fino a passare alle cose pratiche come l’arbitraggio di Orsato. Nonostante come sia finita non posso non ringraziare l’autore di questa rivoluzione: è nato il 10 gennaio del ’59 a Bagnoli, indossa con passione la tuta, niente giacca e cravatta e sta sempre con la barba sfatta. “Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.”, potrei iniziare anche da qui, perché l’unico ideale è la bellezza, la stessa che lascia estasiati tutti coloro che ne hanno a che fare, perché per arrivare fino al palazzo c’è bisogno anche e sopratutto di 11 facce di cazzo che palleggiano come bambini col Super Santos in mezzo alle auto parcheggiate al Centro Storico. Perché dopotutto vincere non è l’unica cosa che conta, c’è anche altro: quello di prendere il Palazzo, divertendosi e facendo divertire con un “fùtbol” che il gioco del calcio ne ha maledettamente bisogno. “Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile.” diceva Nelson Mandela, si è estremamente difficile, pare che sia finito tutto ma la matematica non è un’opinione e i conti si fanno alla fine. L’uomo con la tuta una volta disse che con 18 uomini si può fare un colpo di stato, perché non continuare a credere alla rivoluzione?.
“Compagno, come si fa la rivoluzione?”
“Bisogna sognare”.
Cosi diceva Lenin, ed è quello che il popolo azzurro sta facendo dal lontano 2015, l’anno dell’arrivo sulla panchina del signore con la barba sfatta. In questi tempi però il sogno ha subito un brutto contraccolpo, può darsi che non si possa realizzare, che a questo palazzo proprio sul finire non si possa fare l’ultimo assalto, quello decisivo. Ma bisogna sorridere, sempre e comunque, per svariati motivi: perché la gente come noi non molla mai, perché abbiamo un sogno nel cuore, veder tornare Napoli campione, perché il futuro è carico di radiose speranze. E se proprio non ti riesce di gioire per questo, se proprio non ce la fai a far fesso il pensiero, sorridi ricordando la Bellezza, la passione, la condivisione e la follia di questi mesi di Rivoluzione. Le mani sono vuote, per ora. Ma il cuore è pieno.
“La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.” La rivoluzione si attua anche con gesti e parole che alla platea possono risultare fuori luogo: ma la revolutiòn è anche questo, è anche un dito medio alzato con fierezza contro un branco di razzisti che indossano la maglia non colorata,è difendere anche con passione e con convinzione un popolo, quello azzurro, che comunque vada sarà sempre dalla parte del suo Comandante: uomo coraggioso e schietto ,forse troppo, ma che dice sempre quello che pensa. Non si arriva per caso dalla Seconda Categoria a lottare per il Palazzo. El Comandante insegna. “La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza” …e quando arriverà quel giorno bisognerà ringraziare solo una persona: Hasta la Revolución come MAURIZIO SARRI
“Compagno, come si fa la rivoluzione?”
“Bisogna sognare”.
Cosi diceva Lenin, ed è quello che il popolo azzurro sta facendo dal lontano 2015, l’anno dell’arrivo sulla panchina del signore con la barba sfatta. In questi tempi però il sogno ha subito un brutto contraccolpo, può darsi che non si possa realizzare, che a questo palazzo proprio sul finire non si possa fare l’ultimo assalto, quello decisivo. Ma bisogna sorridere, sempre e comunque, per svariati motivi: perché la gente come noi non molla mai, perché abbiamo un sogno nel cuore, veder tornare Napoli campione, perché il futuro è carico di radiose speranze. E se proprio non ti riesce di gioire per questo, se proprio non ce la fai a far fesso il pensiero, sorridi ricordando la Bellezza, la passione, la condivisione e la follia di questi mesi di Rivoluzione. Le mani sono vuote, per ora. Ma il cuore è pieno.
“La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.” La rivoluzione si attua anche con gesti e parole che alla platea possono risultare fuori luogo: ma la revolutiòn è anche questo, è anche un dito medio alzato con fierezza contro un branco di razzisti che indossano la maglia non colorata,è difendere anche con passione e con convinzione un popolo, quello azzurro, che comunque vada sarà sempre dalla parte del suo Comandante: uomo coraggioso e schietto ,forse troppo, ma che dice sempre quello che pensa. Non si arriva per caso dalla Seconda Categoria a lottare per il Palazzo. El Comandante insegna. “La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza” …e quando arriverà quel giorno bisognerà ringraziare solo una persona: Hasta la Revolución come MAURIZIO SARRI