CorSport: “Contratto fino al 2021, mercato e strutture. De Laurentiis prova a blindare Sarri così”

    Perché poi, e se ne può essere certi, non sarà una banale, persino «volgare», questione di soldi: un contratto è altro, a certi livelli, è sintonia, è persino empatia, è un concentrato di affinità che Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri hanno scoperto, nel tempi, di avere e che però vanno necessariamente confrontate. Un contratto contiene in sé vari aspetti, tra cui quello economico, che però poi diviene marginale: ma dentro dev’esserci la Filosofia, una visione romantica e però concreta di questo calcio nel quale ci sta la Grande Bellezza e pure l’umanissima Ambizione. Il calendario degli appuntamenti, strano ma verissimo, va ingrossandosi e De Laurentiis è in partenza per gli Stati Uniti, dove sarà costretto a restarci per una decina di giorni: l’Appuntamento, secretato, è dunque custodito in questa settimana, l’unica accessibile, prima che si rimetta il pallone al centro dei pensieri di Maurizio Sarri, integralista quanto basta per non lasciarsi distrarsi.

    CAPITOLI. Un contratto è un’emozione che non viene rappresentata (esclusivamente) dal tintinnio del danaro: però si parte da lì, da quell’accordo (scadenza 2020), che adesso vale 1 milione e 700.000 euro, e nel quale c’è una scappatoia, la classica clausola, attraverso la quale gli eventuali estimatori di Maurizio Sarri, versando otto milioni, potrebbero strappare l’allenatore al Napoli. Per la precisione c’è anche altro: se De Laurentiis volesse cambiare orientamento, per svincolarsi da quel patto, dovrebbe riconoscere al suo tecnico un milione di euro. Ma il fantacalcio non è contemplato nell’analisi e la continuità (lo dimostra il passato) rappresenta la solida base sulla quale sono stati costruiti otto anni (ormai nove) di Europa ad alti livelli. De Laurentiis vuole rinnovare, rinegoziando completamente quel contratto, rimuovendo qualsiasi possibilità di rescissione, allungandolo (di almeno un altro anno, cioè fino al 2021), ovviamente rivedendolo anche economicamente ed adeguandolo alle cifre ricorrenti per gli allenatori di prima fascia: 3 milioni a stagione.

    GLI ASPETTI. De Laurentiis non ha intenzione di indietreggiare, dunque di lasciar sfiorire il patrimonio tecnico, però le perfide insidie del mercato sono nascoste tra le siepi che costeggiando il viale da qui al mercato: tra presidente e allenatore c’è già sostanziale (e sostanziosa) fusione sulle Idee, l’identica volontà di rimanere aggrappati ai Grandi Club e dunque di avere legittime aspirazioni, di intervenire secondo usi e consuetudini applicati negli ultimi tre lustri. Il mercato di prospettiva però anche di certezze è nei nomi, nella consistenza tecnica degli obiettivi di cui si sa e anche di quelli che restano nell’ombra; ma pure in alcuni profili che rientreranno, e Maksimovic è tra questi: la stima di Sarri nei confronti del serbo è paradossalmente smentita dal minutaggio concesso al centrale, ma la colpa (e si fa per dire) è esclusivamente della autorevolezza e dalla prepotenza di Albiol e Koulibaly, prossimi alla perfezione pure quest’anno.

    STRUTTURE. Altro c’è da fare e il blitz dell’altro giorno di De Laurentiis a Castel Volturno è un altro segnale inequivocabile, perché il desiderio è di intervenire sul Centro Sportivo, di ampliarlo (per quel ch’è possibile) e di renderlo sempre più funzionale e possibilmente moderno. Il resto lo ha già fatto Napoli, riversando ciclicamente (e domenica scorsa in maniera massiccia, con il riconoscimento della Curva B ch’è diventato unanimità nella standing ovation del San Paolo all’allenatore) un affetto smisurato su Sarri, emozionato, anzi commosso: «Nessun’altra città è come Napoli, dove anche l’umore viene condizionato dal calcio. Posso augurare a chiunque faccia il mio lavoro di sedersi un giorno su quella panchina, un’esperienza senza eguali». Ma il posto, per ora, è occupato…

    Fonte: Corriere dello Sport

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