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    Il diktat di Sarri alla squadra: “Oggi gioca la Juve? Ecco cosa dovete fare”

    Dalla paura di ritrovarsi stasera a -4 dalla capolista all’ allegra possibilità di ricevere oggi un gradito regalo dell’ Atalanta. C’ è il sole a Castel Volturno, ma per Sarri è inverno pieno, freddo, buio. L’ uomo è offeso, ha l’ aria di quello che fa fatica a comprendere quello che ha dovuto leggere nelle ultime ore. «Io sessista? Ma è uno scherzo?», ripete ai fedelissimi dello staff. Non ha gradito, è chiaro, quello che è successo: non è Alice nel Paese delle Meraviglie ma non cade nella tentazione di sentirsi vittima della sindrome di accerchiamento. Non crede che il mondo ce l’ abbia con lui, ma è chiaro che non gli perdonano nulla. Neppure quella che lui considera solo una battuta. «Il clima è questo», borbotta Sarri. «Tanto vengo criticato per tutto ciò che faccio, anche quando scherzo», lo sfogo seccato del tecnico che col suo gioco ha rivoluzionato il calcio italiano. Ed è forse questo che nessuno manda giù. Qualcuno la butta sull’ ironia: «Fai una cosa, prossima volta rispondi con un sì, un no o non lo so…».

    Alla ripresa degli allenamenti, dopo il giorno di riposo post-Inter, Sarri raduna la squadra attorno a sé. Gli argomenti extra-campo restano fuori dalla riunione tecnica. Stavolta, rispetto alla settimana scorsa, parla solo lui: nessun dibattito, nessuna esigenza di dover far intervenire i big dello spogliatoio. Ieri Albiol, Callejon e gli altri sono stati zitti, al contrario di quello che è successo dopo la Roma. Solo l’ allenatore ha preso la parola. Per pochi minuti: lui è sempre lì a martellare a più non posso, i suoi discorsi a cuore aperto fanno spesso leva sull’ orgoglio, sulla fierezza, sullo spirito di squadra, sul sentirsi protagonisti di un grande sogno. Ieri, però, ha cambiato registro: il sorpasso bianconero è una novità e allora Sarri ha fatto leva su altro. «Non dobbiamo neppure vedere cosa fa la Juve oggi,spegnete la tv, tanto vince… Pensiamo a vincerle noi tutte e dieci, pensiamo ai 70 punti conquistati fino ad adesso, allo scontro diretto che ci attende tra poco più di un mese che è la grande opportunità per capovolgere tutto», la sintesi dei suoi dieci minuti – né più né meno – di colloquio con il gruppo.

    Fonte: Il Mattino

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