ll Progetto è nei fatti, nei quattordici anni vissuti a testa alta, partendo dal vuoto pneumatico che s’avvertiva intorno e sistemandosi lassù, tra le Elette. E’ l’Idea racchiusa in un «post» mediatico che Aurelio De Laurentiis ha reso pubblico venerdì mattina e sussurrato «spudoratamente», con una frase a effetto: «Io Sarri lo adoro». La Storia è adesso, in questo trimestre d’emozioni incontrollabili, perdendosi nel sogno e ritrovandosi nelle emozioni d’una coppia (di fatto) che dall’estate del 2015 ha provveduto a rivoluzionare il calcio, lasciando che vivesse un ciclo e si rinascesse la speranza: e quando, un giorno, bisognerà accomodarsi (come nell’aprile scorso) per rimettersi in gioco, per rinnovarsi e per ricostruirsi dentro, De Laurentiis e Sarri scopriranno gli effetti delle «convergenze parallele», fondendo le rispettive posizioni.
NUMBER ONE. Il mercato diventerà l’epicentro di un dialogo che ormai è ripulito dalle frizioni (rare) del passato e l’uno e l’altro sanno cosa servirà per continuare a vivere da protagonisti, sposando le diverse esigenze e miscelandole: un portiere, un difensore esterno di destra, ma innanzitutto un’ala che possa avvicendare Callejon e Insigne finiranno per rappresentare gli elementi-chiave d’un dialogo che vorrà essere, da una parte e dall’altra, lungimirante. Il passato ha un senso, eccome, e il Napoli di De Laurentiis l’ha sfruttato per investire, inseguendo la meglio gioventù, l’affascinante ossessione che sintetizza qualità e prospettiva: Federico Chiesa (21 a ottobre), se la famiglia Della Valle vorrà, diventerà il primo elemento da avvicinare, attraverso una trattativa che non è mai tramontata, che ha avuto varie tappe, che il Napoli riaprirebbe volentieri, perché i profili dovranno essere alti. E quello dell’attaccante della Fiorentina combacia con le idee tattiche di Sarri: può giocare esterno alto a destra e a sinistra, tira con tutti e due i piedi e cerca spesso la conclusione da fuori. Ma non è il solo. C’è un elenco di attaccanti laterali dal quale attingere e le caratteristiche sono modellate in funzione del tridente: Denis Suarez (24), che Giuntoli ha provato a chiedere pure recentemente al Barcellona, è nella scia di Chiesa o magari al fianco, con il quale diventa l’anello di congiunzione tra De Laurentiis e Sarri, «innamorati» perdutamente dell’uno e dell’altro.
RIECCOLO. Il Napoli che verrà, al di là delle immancabili variabili impazzite che detterà il mercato stesso, si concentrerà principalmente sull’attacco, pur avendo già sotto contratto Amin Younes (25 anni ad agosto), che a luglio sarà in ritiro, e potendo poi contare su Ciciretti (24 anni, che per il momento è al Parma), su Inglese (26 anni, ch’è stato lasciato al Chievo), su Machach (che ha debuttato in panchina a Benevento): ma Simone Verdi, nonostante la delusione riservata a De Laurentiis, non è stato cancellato dalla memoria e, avendo una tendenza immediatamente assimilabile al calcio di Sarri, rimarrà tra gli obiettivi per continuare a guardare lontano, al di là delle consuetudini, dei luoghi comuni. E’ il calcio 3.0 made in Naples.