Hamsik: “Vi racconto cos’è per me la maglia azzurra. Record? Ho in testa solo lo scudetto”

    Da 10 anni a questa parte padrone del centrocampo azzurro, Da 10 anni bandiera di una squadra, di una città. Tutto questo è Marek Hamsik, capitano del Napoli. Non solo tanti gol e tante giocate da fuoriclasse, ma anche un amore viscerale per la città partenopea. Intervistato da Repubblica, il capitano ripercorre le sue tappe in azzurro:

    “Mi guardo indietro e ne sono orgoglioso, non è da tutti legarsi a vita alla stessa squadra, specie nel calcio moderno. Nel mio caso è stato semplice: sentivo che Napoli
    era il posto giusto per me e ho voluto che lo diventasse, a tempo indeterminato. Non ho nessun rimpianto, sto facendo la carriera che desideravo e che mi sono costruito. Questa maglia è diventata la mia seconda pelle, mi gratifica essere considerato un bandiera. Non me ne frega niente del gol perduto: prima segnavo di più e la mia squadra non vinceva, ora sta accadendo il contrario e sono il giocatore più felice del mondo”.

    Parole da leader e sopratutto da grande capitano quelle di Marek Hamsik, che a proposito del record di Diego dice:

    “Il record di Maradona non mi assilla: se arriva oggi contro il Torino è una soddisfazione in più, nient’altro. Diego rimarrà comunque insuperabile, veniva da un altro pianeta, lui”. C’è anche il record di Bruscolotti di presenze, ma la missione non è entrare nei libri dei record, il capitano lo spiega chiaramente: “La mia missione sarà compiuta solo con la vittoria dello scudetto. Deve essere quello il punto d’arrivo della mia lunga storia con il Napoli. Poi potrò voltare pagina e dedicare un po’ più di tempo alla mia scuola calcio, che ho già inaugurato in Slovacchia”.

    Poi torna a parlare dell’obiettivo scudetto:

    “Siamo andati spesso vicinissimi alla grande impresa, purtroppo abbiamo sempre trovato una o due squadre più forti della nostra. Quest’anno la lotta è serrata e noi siamo lì, con Inter e Roma. Speriamo che qualcuna delle prime cominci a calare. Ma la favorita resta la Juve, come sempre”.

    Si sofferma sulla sua stagione:

    “In campo sono sempre lo stesso, non ho cambiato ruolo o posizione. Nei passaggi riusciti, nei chilometri percorsi e nei recuperi il mio rendimento è in linea con le precedenti stagioni. Non mi sento in crisi e le sostituzioni vanno accettate. Con Sarri abbiamo tutti un rapporto eccellente: io e i miei compagni. La crescita del Napoli è stata straordinaria ed è merito del nostro allenatore. I bilanci personali li farò solo a fine stagione, comunque: di solito in doppia cifra ci arrivo…”. Attitudini da leader? “Secondo me si può essere leader in molti modi e io ci provo dando l’esempio ai miei compagni, in campo e fuori. Ci pensa Sarri a sbattere i pugni sul tavolo, nel nostro spogliatoio”.

    Infine conclude sul momento della squadra:

    “La nostra stagione era stata da 10, fino a tre partite fa. Resta da 7.5 e contro la Fiorentina ho già visto dei segnali di ripresa, abbiamo solo pagato dazio agli infortuni e a un po’ di stanchezza. Tutto qui”.

     

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