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    L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Una vittoria di carattere che diventa storica e adesso…fuori i secondi

    Sentenza impietosa: Napoli batte Milano 12 a zero. San Siro terra di conquista, con due vittorie su due contro Milan e Inter, come non accadeva dal lontano 1932/33. Quasi 85 anni. E adesso non è il momento di fermarsi.

    Arigatō. Il ringraziamento degli azzurri va al terzino giapponese dell’Inter, Nagatomo, che ha regalato l’assit vincente a Josè Callejon che è valsa la conquista dei tre punti per la squadra di Sarri. Il suo zampino, come molti ricorderanno, ci fu anche nella precedente vittoria (0-3) del Napoli a San Siro nel 2011. In quell’occasione fu Maggio a beneficiare dell’amnesia di Nagatomo. Lo stesso terzino giapponese fu anche protagonista al San Paolo di una clamorosa espulsione che spianò la vittoria degli azzurri qualche anno fa. Ieri a dare una mano e una spinta verso il secondo posto ci ha pensato anche un giocatore nel mirino di Giuntoli ed in particolare di De Laurentiis, che sta corteggiando Lotito da diversi mesi. La doppietta di Keita, infatti, nell’insolito derby ad ora di pranzo, aveva consegnato agli azzurri un importante match-ball che, come mai prima, non è stato vanificato. Finalmente Hamsik e compagni hanno mostrato grande carattere e saputo portare a casa con i denti una vittoria importantissima che riapre la lotta al secondo posto che sembrava compromessa dopo lo sciagurato pareggio di Sassuolo. Una vittoria per uno a zero che non rende merito alla mole di gioco e alle occasioni create dagli azzurri. Era dal Marzo del 2016, a Palermo, che il Napoli non vinceva una gara per 1-0. L’Inter di ieri praticamente non è stata mai pericolosa e Icardi chiuso a riccio nella morsa Albiol-Koulibaly. La vittoria di San Siro ha anche evidenziato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Insigne è sempre più leader di questa squadra e che il centrocampo azzurro ha un futuro assicurato con i suoi ragazzi terribili. Diawara e Zielinski hanno disputato una gara molto accorta e tatticamente perfetta, soprattutto il primo, e i subentrati Rog e Allan hanno dato dinamicità e fisicità alla linea mediana, mettendo ancora di più in grande difficoltà i nerazzurri nella parte finale di gara. Reina si è dovuto sporcare i guantoni solo per un tiro di Perisic.

    Tre gare su quattro senza subire gol sono il segno di una squadra in salute che ora  farà di tutto per sorpassare la Roma, distante appena un punto, nelle ultime quattro gare. Ad iniziare da Sabato pomeriggio, nel match contro il Cagliari al San Paolo, gara da vincere per scavalcare i giallorossi e mettergli pressione in vista del match che avranno domenica sera proprio a San Siro contro un Milan che lotta per l’Europa League. Il calendario sorride agli azzurri ma, come ha detto bene Sarri, non basterà vincere le ultime quattro, ma servirà che la Roma faccia almeno un altro passo falso. cosa non impossibile valutando i due calendari a confronto. Da ieri sera, però, il Napoli ci crede ancora di più e ha dimostrato di volere a tutti i costi il secondo posto per evitare gli scomodi preliminari e poter programmare anche la prossima stagione nel migliore dei modi. Inizia, quindi, dalla prossima giornata un testa a testa che potrebbe protrarsi fino all’ultima giornata anche se la Roma vista nelle ultime gare è apparsa in notevole debito di ossigeno e anche molto nervosa. Dopo Sassuolo il Napoli ha fatto tesoro dei suoi difetti e dei suoi peccati veniali e ieri a San Siro ha dimostrato una maturità da grande squadra.

    Perchè ormai c’è poco da nascondersi. Questa squadra avrà anche difetti e commetterà errori di gioventù o di scarsa concentrazione a volte, ma se cura questi aspetti “mentali”, tecnicamente non ha nulla da invidiare alle altre. Il secondo posto è un obiettivo concreto e alla portata, come lo era la scorsa stagione. Sarri e i suoi ragazzi stanno dimostrando che, cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia e può anche migliorare. Le undici vittorie in trasferta, record della società, e la proiezione di chiudere oltre il record di punti (82) della storia, fatto proprio lo scorso anno, ne sono la cartina al tornasole. Come ha giustamente detto Sarri, per fare il salto in alto, servirebbero giocatori da 70/80 milioni con ingaggi importanti e questo non fa parte del DNA di questa società. Ma sognare non è vietato a nessuno e con qualche innesto giovane e di qualità, come quelli fatti lo scorso anno, questa squadra può provare a vincere qualcosa di importante il prossimo anno. Prima di ogni cosa c’è, però, questo secondo posto lì alla portata, da agguantare con ogni mezzo. Vietato abbassare la guardia. Ora o mai più, Napoli.

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