Il primo appuntamento del doppio confronto di Champions va in scena al Bernabeu ed è in programma per il 15 febbraio, tra poco più di una settimana. Aurelio De Laurentiis conosce la forza della propria squadra: «Nessuno è imbattibile, sono molte le circostanze che determinano il risultato della partita – ha detto il presidente in una lunga intervista concessa a beIN Sports -. Il Napoli, in questi anni, è cresciuto molto e ha più fame del Real che ha vinto di tutto e di più e che è anche il campione in carica.
Se dovessero perdere lo scettro non sarebbe un dramma. Mentre per noi vincere sarebbe un atto eroico: un trionfo contro la Juve in Coppa Italia e il passaggio del turno in Europa potrebbero valere tutta l’annata. I ragazzi saranno carichi di entusiasmo e il pubblico ci accompagnerà. Cristiano Ronaldo? Un fuoriclasse, non averlo contro sarebbe il top del top».
CAMPIONATO E HIGUAIN – «Lo scorso anno la Juve ci ha dato una grande possibilità per lo scudetto – ha continuato De Laurentiis -. Erano partiti molto male. In questa stagione siamo più forti perché la mancanza di Higuain ha fatto capire a Sarri che bisognava tornare a un gioco di squadra. La cessione di Higuain ha fatto sì che l’allenatore dovesse fare di necessità virtù. Ha rimesso in pista tutti i giocatori». Qualche parola in più è dedicata al Pipita: «Ha una famiglia straordinaria, ma divisa in due. Una più sentimentale rappresentata dal padre e dallo stesso Gonzalo, un’altra più commerciale rappresentata dal fratello Nicolas e la madre.
C’era questa clausola rescissoria di 95 milioni di euro per l’estero e di 90 milioni per l’Italia, abbiamo contattato Nicolas e lui disse che a Gonzalo interessava avere una squadra di nomi e star, piuttosto che stare in una squadra dove si scoprono nuovi talenti: ad un certo punto nonostante l’offerta superiore a ciò che prende dalla Juventus è andato in bianconero. Magari avrà pensato alla vittoria della Champions, glielo auguro dopo averlo augurato prima a me. Inoltre il fratello diceva che Gonzalo non voleva giocare con ‘Tizio’, uno che sta facendo benissimo in azzurro. E poi che non voleva lavorare con ‘Caio’ (secondo alcune voci si tratterebbe di Callejon e Insigne)».
RAPPORTO CON SARRI – Il presidente si gode le meraviglie del suo allenatore. «Quando l’ho scelto c’è stata la rivoluzione da parte dei tifosi. Quando non abbiamo fatto risultati nelle prime tre partite, mi diceva ‘le prime sette le perdo sempre’. E io gli rispondevo ‘c’è bisogno che cambi modulo, ti ho scelto io’. Assieme a Giuntoli lo convincemmo a usare il 4-3-3, gli dicemmo che il trequartista vero non c’era e che aveva un tridente molto offensivo. Si è messo a giocare così e le ha vinte una dopo l’altra. Con Sarri c’è una forte sintonia, è uno stakanovista. Ha in testa solo il campo e non pensa a moglie, amici o figli».
SU DIEGO – La chiusura è tutta dedicata a Maradona. «Ha un suo problema con il fisco italiano, che ancora secondo le mie informazioni non ha messo a posto. Se io faccio un contratto con Maradona e lo pago, allora per il fisco italiano divento perseguibile: diventerei un fuorilegge. Prima di tutto risolva il suo problema con lo stato italiano, poi quando non gli sequestreranno più orologi ed orecchini e dirà ‘Aurelio, io amo Napoli e sono libero’…mi piacerebbe fare tanti Napoli nel mondo, tutti guidati dalla creatività di Maradona».
FONTE: CdS