Il Napoli arriva alla sosta forse nel momento peggiore della gestione Sarri. Una classifica deficitaria rispetto alle aspettative, ma nessuno aveva forse fatto i conti con una squadra completa in due reparti su tre e resa monca dallo sfortunato infortunio dell’unico vero centravanti in rosa.
Anche ieri sera il Napoli non è riuscito a concretizzare la grande mole di gioco espressa. Ben sedici tiri in porta di cui undici da fuori area e otto nello specchio della porta con oltre il 60% di possesso palla. Solo numeri, mere statistiche che però alla fine contano un solo gol all’attivo e un altro subito nell’ennesimo errore difensivo concesso. Stavolta c’è anche lo zampino di Pepe Reina che si martella la testa con i guantoni dopo il suo erroraccio che costa al Napoli un mancato sorpasso ad una Lazio che, con sfrontatezza , è venuta a Napoli ad aggredire ma che poi si è accontentata di un prezioso punto che tiene ancora gli azzurri dietro di loro. L’ennesimo gol di Marek Hamsik, al secondo in tre giorni, sembrava aver spianato la strada ad una vittoria che, per quanto visto, sarebbe anche stata meritata. Gli uno a zero, però, non sono nel DNA di questa squadra. Il Napoli è costretto a farne sempre almeno due quest’anno perché concede davvero troppo agli avversari, più per proprio demerito che per merito degli altri. Reina ieri ha completato la sequelle di errori dei suoi compagni di difesa mettendo anche il suo nome nella lista dei colpevoli. Il portiere azzurro, come Penelope, disfa la tela costruita dagli azzurri dopo neanche un minuto dal vantaggio. Ed ecco che il pareggio di ieri apre il vaso di Pandora che ora per quindici giorni terrà sulla graticola tutti, nessuno escluso. Perché ora inizia la nuova disputa. Ha ragione Aurelio o Sarri? Ieri è andato in scena l’ennesimo rilancio del tecnico azzurro che ha rispedito al mittente i consigli tattici del suo Presidente ribadendo il suo ruolo di unico depositario delle scelte tattiche di questa squadra. Un boomerang che potrebbe rivelarsi anche fatale perchè la mancanza di risultati sono adesso una brutta gatta da pelare per Sarri. Due vittorie, un pareggio e tre sconfitte nelle ultime sei in campionato, intervallati dalla sconfitta e pari in Champions. Un bottino alquanto magro. Il Napoli, però, nelle ultime tre partite ha mostrato un gioco nettamente in ripresa rispetto alle precedenti apparizioni. Ma tutta questa mole di occasioni non trova in avanti un terminale offensivo degno di questo nome che possa concretizzarla. Non sono sempre alibi, ma non è un caso che da quando Milik si sia fatto male il Napoli abbia fatto sempre più fatica ad andare in rete ma soprattutto a vincere le partite. Senza Albiol, altra assenza pesantissima, la difesa è andata troppo spesso in bambola con grossolani errori individuali che hanno regalato gol agli avversari che ormai contro gli azzurri hanno una media realizzativa, per tiri in porta, superiore al 75%.
Anche Sarri non cerca alibi perché sa bene di non essere esente da colpe, così come dovrebbe fare ammenda anche la società. I giocatori stessi non sono esenti da rimproveri sia per le continue distrazioni in difesa che per la mancanza di concretezza individuale. Dove è finito Lorenzo Insigne? Ormai le sue tracce si sono perse e fanno più notizia i suoi procuratori di lui. Idem Gabbiadini che ha provato ieri, come in Turchia, a metterci un po’ di grinta ma se poi non riesci a farti largo nelle difese avversarie e non trovi i compagni a supporto, tutto diventa più difficile. Nonostante il periodo difficile, i due ragazzi sono stati premiati da Ventura che li convoca in Nazionale. Speriamo che per entrambi, allontanarsi dal clima pesante che ci sarà in questi giorni a Napoli, possa giovargli. Magari Ventura sarà capace di restituire a Sarri due ragazzi rigenerati nella testa, perché è quella che manca ad entrambi. Il problema del Napoli è certamente negli ultimi sedici metri, dove anche Mertens, da falso nueve, si è spento subito dopo le prime positive prove. Ora Sarri dovrà assolutamente rivedere buona parte del suo credo in questa sosta. Il Napoli ha bisogno di un pizzico di imprevedibilità in più ed evitare che la tela tessuta dalle trame di gioco venga sempre spezzata dagli errori “grossolani” dei singoli. Le gambe ci sono, ma la testa va curata più di tutto. Altrimenti le parole del Presidente finiranno per essere l’epitaffio di una stagione che non può avviarsi nella mediocrità appellandosi alla sfortuna ma che deve trovare una svolta nonostante le avversità. E che nessuno aspetti Milik come un salvatore a Febbraio….bisogna che la società si muova subito per avere un vero centravanti a disposizione i primi di Gennaio, altrimenti chi è causa del suo male pianga se stesso e non cerchi in altri il capro espiatorio come in passato.